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Ritrovarsi a Natale “era” il regalo

Natale, tanto atteso, è velocemente trascorso e pure Santo Stefano è sfumato in un batter d’occhio. Due festività in compagnia di coloro che amo più di tutti: i miei figli e la mia famiglia, per questo sono molto felice. Eppure qualcosa manca, ne abbiamo accennato a tavola, con gli occhi lucidi: l’atmosfera degli anni in cui la famiglia era più numerosa, in cui ci trovavamo tutte e tre noi sorelle con le nostre famiglie a casa della mamma. I nostri bambini giocavano spensierati, noi trascorrevamo ore a chiacchierare fitto fitto, tra risate e momenti tristi, ricordando il papà, i nonni, ma in un clima sereno. A turno i più piccoli, in piedi sulla sedia, recitavano ai commensali la poesia imparata a scuola, meritandosi applausi e battute spiritose da parte dei cugini maggiori. Natale era l’appuntamento per tutti ”dalla nonna” e quello bastava a renderci contenti. Gustavamo sia a pranzo che a cena piatti succulenti cucinati da mia mamma, uno su tutti l’indimenticabile coniglio arrosto, che solo a lei riusciva così squisito e che tuttora, a pensarci,  fa venire a tutti noi l’acquolina in bocca. Ora a Natale non ci ritroviamo più tutti insieme: figli e nipoti sposati, a turno, sono invitati dai suoceri, posti vuoti incolmabili quello di mia sorella, che se n’è andata troppo presto e quello di mia mamma, che pur anziana, si è portata via una parte di noi, lasciando una nostalgia senza paragoni. L’atmosfera è un po’cambiata: ora ci scambiamo regali, a differenza di allora, quando il ritrovarsi “era” il regalo. Eppure qualcosa manca. È una sottile malinconia, un’impalpabile sensazione che negli anni, per vari motivi, si sia incrinato impercettibilmente un equilibrio impossibile da ripristinare. Si sorride, si scherza, ci si abbraccia, ma la felicità è velata, non solo di nostalgia. Forse è il ritmo incalzante della frenesia quotidiana durante tutto l’anno: giorni, settimane, mesi che sembrano volare, presi come siamo da mille impegni.. e un giorno, benché sia Natale, non basta a riannodare i fili intricati di vite staccate e diverse. Il legame profondo c’è, sì, ma qualcosa manca. Una mamma percepisce queste sottigliezze, ma sorride, assapora e comprime bene dentro di sé con grande felicità i momenti che i figli le dedicano, godendosi la famiglia unita. L’augurio migliore per ogni nuovo inizio d’anno è che l’armonia e l’atmosfera avvolgente di queste feste continui dentro ognuno di noi ogni giorno, facendo comprendere che, prima e al di sopra di tutto, l’unione con le persone che amiamo è essenziale nella vita, che basta davvero poco perché il filo d’amore che unisce i familiari rimanga un legame unico e insostituibile. Ed è grazie a questo legame che possiamo valorizzare e tramandare princìpi e valori senza tempo.
Ornella Olfi

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