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RINCARI 2012: COSTI PER 2.103,00 EURO A FAMIGLIA

Ecco una tabella con le previsioni degli aumenti 2012 voce per voce: ALIMENTAZIONE – 392 euro TRENI (ANCHE PENDOLARI) – 81 euro TRASPOR. PUBBLICO LOCALE – 48 euro SERVIZI BANCARI,MUTUI,BOLLI – 93 euro CARBURANTI (COMPRESE ACCISE REGIONI) – 192 euro DERIVATI PETROLIO, DETERSIVI, PLASTICHE – 123 euro ASSICURAZIONE AUTO – 78 euro TARIFFE AUTOSTRADALI – 53 euro TARIFFE GAS – 113 euro TARIFFE ELETTRICITA’ – 72 euro TARIFFE ACQUA – 22 euro TARIFFE RIFIUTI – 53 euro RISCALDAMENTO – 195 euro AUMENTO IVA (da settembre) – 93 euro ADDIZIONALI REGIONALI – 90 euro IMU PRIMA CASA – 405 euro TOTALE – 2.103 euro Ma i “sacrifici” spettano anche ai politici e… che sacrifici!!! Con l’anno nuovo i deputati hanno trovato il caffé più caro alla buvette di Montecitorio. I prezzi del listino del bar della Camera è stato ritoccato verso l’alto con aumenti nell’ordine del dieci-venti per cento, ma che in certi casi arrivano a raddoppiare il prezzo praticato fino alla fine di dicembre. La tazzina di espresso passa da settanta a ottanta centesimi, il cappuccino da un euro a un euro e dieci, il cornetto da ottanta a novanta centesimi. Più caro anche il settore panini : la rosetta farcita con prosciutto e mozzarella sale da due euro e cinquanta a tre euro, i tramezzini passano da due euro a due euro e cinquanta, i supplì da un euro a un euro e trenta. Gli aumenti più consistenti riguardano la frutta (che passa da cinquanta centesimi a un euro) i succhi di frutta (da uno a due euro), gli aperitivi (da un euro e cinquanta e tre euro e cinquanta, che diventano quattro euro e cinquanta per gli alcolici). Il ritocco dei listini è stato deciso dal’ufficio di presidenza nel quadro della revisione dei prezzi per i servizi offerti ai deputati: gli aumenti riguarderanno anche il ristorante di Montecitorio, che riaprirà nei prossimi giorni. Nel frattempo tutto tace però sul fronte della revisione degli stipendi affinché siano in linea con le remunerazioni dei politici degli altri Paesi europei. Il taglio era stato eliminato dalla manovra Monti a causa della “rivolta” della casta. I presidenti di Camera e Senato, Schifani e Fini, hanno assicurato che il taglio ci sarà al termine dei lavori della commissione incaricata di studiare le indennità parlamentari in Europa, lavori che nelle intenzioni si sarebbero dovuti concludere prima della fine dell’anno. Nulla è però successo e, fatto ancor più preoccupante, nessuno per il momento ne parla. Che siano i rincari di caffè e cappuccino i soli sacrifici richiesti ai nostri parlamentari?

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