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RICORDI

Immagini, a profusione, salgono alla memoria.
Mattino gelido, imbiancato, accoglie clienti frettolosi presso il piccolo ufficio postale di Remedello. Io fra loro. Imbrattate di silenzi urlanti le mura, di pensieri compressi, sogni infranti. Voci remote improvvisamente si fanno vive sino a prendere forma, corpo, animo, nostalgia. Canuto, sguardo dolce, labbra ridenti quelle del signor Giuseppe, ex  collaboratore scolastico presso le scuole medie di Remedello. Si gode ora la pensione dopo aver prestato lavoro onesto e dedito.
Brevi cenni di parola fanno atterrare addietro, in un passato remoto dove infanzie e giovinezze dettavano leggi e regole. Pensiero corre alla signora Gina, a Lazzarino suoi colleghi, da tempo chiamati alla vita eterna. In pochi istanti ingoiati sono anni, dolori, lotte. Si ritorna per lo spazio di un battito giovinette dallo sguardo timido, polpastrelli macchiati d’inchiostro, zaino a spalle, sogni nascosti fra botole segrete. Nel rimestar delle ore a venire sentore vago, frizzante, pervade animo e corpo.
Caotico rullare di vento che sferza, battere borioso di pioggia che scende, il volto fa appostare il viso dietro vetri di una grande finestra bianca come di qualcuno che urla senza che nessuno riesca a sentirlo. C’è nostalgia vero della strana fioritura dei ciliegi di quell’anno?
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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