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Ricordando Santa Lucia e i suoi doni 70 anni fa

La Santa Lucia era è resta uno dei giorni più attesi per i bambini del nord Italia, e nei nostri paesi. Attesa per i regali per i piccoli, oggi anche per i grandi. Regali al passo con i tempi, adatti al consumismo, che sessant’anni fa non era certo di casa. Giochi con telecomando, automobiline a misura di bambino, bambole alte come le bambine, telefonini, smartphone, tablet.
Va accolta con soddisfazione e come positività la tecnologia che tutti, in piccolo o in grande adoperiamo, che riguarda il futuro, le nuove scoperte, il cambiamento per il progresso. Ricordare, in molti casi è maestra di vita, non dimenticarsi del passato e delle sue tradizioni. A raccontare il passato per noi nonni riempie il cuore, tanto più se siamo ascoltati.
Santa Lucia che arriva nella notte del 12/13 dicembre, forse oggi è poco conosciuta e meno pregata del passato, protettrice della vista, dato che il suo nome significa appunto “luce”, le cui origini storiche la danno vissuta nella città di Siracusa, martire cristiana del IV° secolo, durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano.

Essa conserva ancora, seppure in modo diverso, un fascino unico anche per gli adulti, un tuffo nella dimensione del sogno, dello stupore, dell’attesa, emozione per i più piccoli, momento magico, in una atmosfera di mistero.
La sera prima, si rinunciava al ritrovarsi nella stalla con le famiglie, per trascorre qualche ora al caldo, con giochi per noi bambini e ragazzi, chiacchiere delle mamme e gioco della carte per i maschi adulti. I più giovani si trovavano nell’osteria che aveva già la televisione, nelle nostre case non era ancora arrivata, possedere la radio era già un lusso.

Le famiglie da noi erano quasi tutte povere, ma ricche del lavoro dei padri e dell’armonia familiare, piena di calore e serenità.
Per qualche sera prima della Santa Lucia, non mancava di ricordarci l’avvenimento suonando alle nostre porte o finestre il campanellino. Ricordandoci di essere buoni, viceversa non sarebbe mancato il carbone. In quel mese, eravamo tutti più buoni, ad ogni capriccio o marachella non mancava il richiamo della mamma. Oggi ai più piccoli con quel suono, lascia all’esterno dell’abitazioni qualche caramella e dolcetto. Quella sera, in una scatola si preparava un po’ di fieno e un po’ di farina gialla, per l’asinello della Santa, che nella notte sarebbe passata. Si andava a letto presto, trepidando per l’attesa, pensierosi prima di addormentarci. L’alba per alzarci era vicina.

I doni e regali quel mattino erano ben in vista sul tavolo. Insieme a qualche caramella, anche un pezzetto di carbone, nero e zuccherato.
I più erano doni di frutta, noci, mele, cachi, aranci. Era facile pensare….sembrano identici a quelli che avevamo nel granaio, ch’erano stati raccolti nel giardino, meglio nell’orto.
Due/tre quaderni e altrettante matite per la scuola (si scriveva con pennino ed inchiostro). Qualche gioco, come pupazzi di stoffa, birilli di legno, le bambole erano di panno lenci e cartapesta realizzati artigianalmente.

Le biciclette per i bambini non c’erano allora, per più fortunati vi erano dei piccoli tricicli in ferro leggeri. Per alcuni i loro genitori, dei veri artisti, avevano costruito in legno tavolini, piccole sedie, cavallo a dondolo, piccole carriole.
Non mancava la fionda, così come le biglie, erano di terracotta, le più belle in vetro colorate. Si giocava molto in strada o nella piazzetta, cosi come al pallone, giochi assimilati a tanti altri inventati con fantasia su suggerimento dei grandi. Giocattoli che dovevano poi durare, fino all’anno successivo, perché le possibilità economiche delle famiglie erano sempre costantemente ridotte all’osso e le priorità erano ben altre. Oggi, Santa Lucia è uno dei tanti giorni di regalo, insieme ai compleanni, alle prime promozione scolastiche, alla ricorrenze religiose, ricordate per i regali, non per la loro valenza evangelica.
Santa Lucia, conservava un fascino unico anche per gli adulti, i quali rivivevano nella dimensione del sogno, dello stupore e della memoria.
Li riportava verso emozioni antiche e quindi era suggestivo far rivivere ai loro figli piccoli il momento magico provato da bambini, in una sorta di atmosfera di mistero. Oggi i bambini sono molto più svegli, l’alone del silenzio è interrotto da certi discorsi, con parole che non lasciano spazio a sospesi segreti.
Marino Marini

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