La voce, la sua voce, è diventata il suo strumento di lavoro. Una voce che entra nelle nostre case e nelle sale cinematografiche, una voce che ci conduce in storie ed in dialoghi, senza mai rivelare il suo volto. Per citare i lavori più recenti, Raffaele Carpentieri ha “prestato” la sua voce a Lee Majdoub in “Sonic 3 – Il film” nel ruolo dell’agente Stone, a Tom Burke in “Black Bag – Doppio gioco” nel ruolo di Freddie Smalls e a Glen Powell in “Top Gun: Maverick” nel ruolo di “Hangman”. L’animo di doppiatore è sempre stato un elemento principale nella sua crescita artistica che lo ha portato oggi a muovere passi importanti nel campo dello spettacolo ed a dare voce, anima ed emozioni ai personaggi del grande e del piccolo schermo.
Partiamo proprio da qui: dove può esserci capitato di sentire… la tua voce?
Inizio con una premessa… ho anche recitato in serie TV e film come “La Squadra”, ruolo che mi ha dato grande visibilità come attore.
Nel doppiaggio ho avuto la fortuna di doppiare attori bravissimi come Jack Huston in “Ben Hur”, “Fargo”, “Viaggio con Papà” e “Expats”; Glen Powell in “Top Gun: Maverick” e “Devotion”; Lee Madjoub nella trilogia di “Sonic”; Dali Benssalah in “No time to Die” e “Athena”; Tosin Cole in “Il codice del silenzio”, “House Party” e “Bob Marley: One Love”; Tomer Capon in “The Boys”; Tom Burke in Furiosa; Tahar Rahim in “Madame Web”; Jack O’Connell in “L’amante di Lady Chatterley”; Billy Magnussen in “Lift”. Ho anche prestato la voce a Spot di brand nazionali e internazionali come Amaro Montenegro, Fiat e Siemens.
Inoltre, ultimamente il personaggio di Emir Kozciuoglu in “Endless Love”, interpretato magistralmente da Kaan Urgancioglu, mi ha permesso di farmi conoscere ancora di più dal pubblico italiano, dato il successo enorme della serie in onda sulle reti Mediaset anche in prima serata.

Come si diventa la voce… di un personaggio?
Entrare nella parte significa entrare nella psicologia del personaggio, capirne le emozioni, le motivazioni e agire di conseguenza.
Per farlo al meglio bisogna essere attori, interpretare e dare naturalezza a ciò che avviene sullo schermo. Poi c’è lo studio della tecnica, “sincronizzando” “la propria voce con le immagini e cercare di restituire tutta la gamma emotiva del personaggio.
Che effetto fa… risentirsi?
Risento sempre le mie performance con grande curiosità, cercando di capire se sono riuscito a trasmettere le emozioni che volevo.
A volte mi piace anche sentire la differenza rispetto a come ho interpretato un personaggio in passato e come lo vedo oggi. È una sensazione di autoanalisi e crescita continua.

Come inizia questa avventura nel doppiaggio?
Sin da bambino ero affascinato dai film e dalle serie TV, ma in particolare dal doppiaggio.
Il fatto di poter dar vita a un personaggio solo con la voce mi ha sempre affascinato. È stato un percorso che si è sviluppato lentamente, ma mi è stato chiaro fin dal primo turno che il doppiaggio avrebbe fatto del mio mondo.
Ho frequentato prima un corso con Roberto Pedicini in cui ho appreso i rudimenti di questo bellissimo lavoro ma la svolta è arrivata con Renato Cortesi durante uno spettacolo teatrale in cui mi ha “suggerito” di provare a lavorare nel doppiaggio. Per me lui ha rappresentato un momento di svolta e di consapevolezza delle mie potenzialità.
Quanto è stato importante lo studio e la formazione per crescere nel tuo settore?
Ho studiato recitazione e doppiaggio, frequentando scuole specializzate e facendo tanta pratica. Ogni esperienza sul campo, ogni lavoro, mi ha aiutato a crescere. Ho approfondito la tecnica vocale, la dizione, lo studio sulla voce, ma credo che l’esperienza sul campo sia stata la mia vera scuola. Con gli anni ho avuto la possibilità di studiare, lavorare e collaborare con grandi professionisti. Solo per citarne alcuni: Renato Carpentieri, Elisabetta De Vito, Ciro Scalera, Pino Insegno, Annabella Cerliani, Rossella Izzo, Renato Cortesi, Alessandro Prete, Gianni Diotaiuti, Claudio Insegno, Federico Moccia.

Dove ti ha portato la tua passione per la recitazione?
A esplorare mondi nuovi, a confrontarmi con diversi ruoli e a mettermi continuamente alla prova. La recitazione mi ha dato la possibilità di esprimermi al massimo, di crescere come artista e come persona. Mi ha anche permesso di lavorare in progetti internazionali e di collaborare con persone straordinarie, da registi a colleghi attori, ognuno dei quali mi ha arricchito.
E mi ha anche permesso di conoscere mia moglie e la madre di mio figlio, Martina Menichini, con cui condivido la passione per questo lavoro. Quindi direi che la mia e la nostra passione è stata provvidenziale.
Che rapporto hai con i social?
I social sono, per me e per la mia professione, uno strumento fondamentale per connettermi con i miei fan e con il pubblico.
Mi piace usare i social per condividere il mio lavoro, le mie passioni e anche per far conoscere un lato più personale di me.
Il mio canale principale è su Instagram: @raffaelecarpentieriofficial ma sono anche su Facebook e Tik Tok, anche se Instagram è sicuramente quello dove sono più attivo.

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CREDITS FOTOGRAFICI
Ph. Azzurra Primavera
Ph. Danilo Lanzara


