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Quel mondo migliore che vorrei… non per me ma per i miei figli

Ogni persona onesta e che si adopera per il bene comune sa quanto ingiusta ed indifesa sia la società in cui viviamo. Indifesa da chi non ha scrupolo a perseguire gli interessi personali a scapito di quelli della collettività, da chi cerca il potere non per migliorare la vita di tutti, ma per migliorare solo la propria. Ingiusta, perchè non valorizza le capacità di coloro che vorrebbero mettersi al servizio di tutti e non apprezza. La società  è debole, perchè non possiede gli anticorpi necessari a neutralizzare  chi assume comportamenti e trama progetti contro di essa, contro gli interessi ed il bene comune. A volte si sente dire che, nel mondo in cui viviamo, conviene comportarsi da disonesti e coltivare il proprio orticello, piuttosto che lavorare ed adoperarsi per costruire un mondo più giusto e rispettoso di tutti. Perchè è difficile vedere riconosciuti da questa società gli sforzi orientati verso la realizzazione di una concezione più elevata dell’esistenza. Io invece vorrei osservare che la gratificazione che si prova nell’abbracciare un grande progetto, nel poter avere stima di se stessi, di ciò che si è, è infinitamente superiore a quella che si può ottenere dal possesso di beni materiali ottenuti arrecando un danno ai propri simili, o conducendo una vita improntata ad atteggiamenti meschini e comportamenti di bassa levatura. Tutto questo porterebbe anche ad un mondo migliore. Lo si può costruire con le azioni, con l’impegno, intervenendo nella realtà: a volte amando, a volte pensando, a volte costruendo, a volte lottando. Queste azioni non devono essere casuali, ma devono avere come obiettivo quello di migliorare il mondo. A volte è facile, o almeno appare facile, darsi delle risposte, ma spesso non è così. La persona grande di animo e di spirito cerca di avvicinarsi agli altri, anche quando questo implica una rinuncia per il proprio ego. La persona grande di spirito, a costo di soffrire, cerca sempre di avvicinarsi al prossimo, perchè l’amicizia è ricchezza, perchè così si potrà costruire qualcosa di migliore. La situazione è abbastanza complessa, perchè la risposta non deve neanche essere tale da mortificare il proprio io. Bisogna tendere verso una situazione in cui il mondo esterno, con tutti i suoi attori, non è in grado di mortificare il proprio io, in nessun caso; in una tale situazione sarebbe possibile rispondere sempre nel modo più giusto e corretto, per migliorare la realtà. Per raggiungere questa condizione di invulnerabilità, è necessario un cammino lungo e faticoso, ma la meta che si consegue è di migliorare se stessi ed essere pronti a fare qualcosa per cambiare il mondo. Grande non è colui che dice “occhio per occhio, dente per dente”. Grande è colui che è capace di convertire il male in bene, colui che trasforma in positivo. Il primo atteggiamento è da tutti, il secondo da pochi. Questo non vuol dire che bisogna essere buonisti in ogni circostanza tanto è vero che a volte essere buoni ad ogni costo produce effetti negativi, quando certi gesti non vengono compresi. Ma a volte un gesto buono può produrre degli effetti positivi. Cambiare il mondo è difficilissimo, anche sforzarsi di cambiarlo è difficile, ma è un obiettivo elevato. A volte ci si chiede anche se con il passare dei secoli le cose siano migliorate, oppure no. E’ una domanda difficile, però possiamo considerare che forse diecimila anni fa il concetto di fratellanza, l’idea di fare del bene, di migliorare il mondo, non erano nella testa di nessuno. Ora non solo queste idee sono nella testa di alcuni, ma sembra esserci una ampia condivisione di questi concetti. Questo, forse, può darci qualche speranza.
Gianluca Boffetti

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