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Quando mia madre…

Quando ne combinavo una grossa mia madre mi consolava con una frase: – e mo’ te do’ l’altre de sopra-: questa non si chiamava “violenza su minore”, era “educazione”. Mi bastava lo sguardo, di traverso, di mio padre, pe’ capì. Oggi, lo sguardo, non mi riesce tanto bene; ma penso d’aver raggiunto uno stato di rispetto ed educazione degno di un padre.
Per alcuni invece, hanno inventato le facoltà di psicologia, sociologia, pedagogia, la naia lunga, breve, a casa, fori casa. Si sono dimenticate le patrie sberle, le bacchettate su le mani, si è dimenticata l’educazione. Si è dato inizio alla nascita d’imbecilli, di idioti fin nella fase fetale. Si è alimentato il fuoco della violenza gratuita, il bullismo… In strada, genitori sbeffeggiati da una sottospecie umana in via di maturazione, che l’amor di genitore non può far altro che chiamare figli. “Non me fa’ gira’ attorno ar tavolino”, grazie a ‘sta frase oggi, mi chiamano “papino. Se da adulto metti in dubbio il tuo ruolo, ti meriti d’esse mannato a ffanculo.
Romanità, un po’ colorita…
Claudio Torri

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