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QUANDO GARIBALDI LOTTO’ PER LA DIFESA DEGLI ANIMALI

Testo tratto dal noto “Famiglia Cristiana n°26 del 2007”, a cura di Ombretta Bertini, persona che con le sue parole profonde mi ha aperto ancora un’altra porta nel mio ricco mondo interiore. “Se avessero avuto il dono della parola anche gli animali l’avrebbero chiamato “eroe”; Garibaldi fu un rivoluzionario pure nell’anticipo con cui difese i diritti degli animali in un’epoca in cui erano considerati meno che oggetti. Lo testimonia un documento inedito del 1872, rinvenuto presso l’Istituto del Risorgimento Italiano di Roma del Professor Domenico Selis e da Giuseppe Continiello dell’Università di Cagliari, in cui Garibaldi dall’isola di Caprera approva lo statuto inviatogli dal suo medico Timoteo Riboli per la fondazione di una società per la protezione degli animali. Garibaldi propone come presidente l’irlandese Anna Winter, impressionata dalle crudeltà inflitte alle bestie da soma, ed invita i fratelli Macchi per discutere una legge a favore degli animali: “intesi si farà molto-discordi nulla”. La società fondata da Garibaldi sarebbe diventata quella che oggi conosciamo come E.N.P.A “ente nazionale protezione animali”. Secondo Garibaldi, vissuto a contatto con la natura tra i gaucho della Pampa, tutte le creature possiedono un’anima; egli rispettava le bestie al punto che nella casa di Caprera gli animali giravano in libertà, come la sua leggendaria giumenta Marsala e un capretto domestico che l’anziano condottiero salvò una notte da un temporale.” Questo testo ben s’inserisce nei fasti del 150° anno dell’Unità d’Italia e a mio avviso non poteva mancare in quanto originale e altrettanto poco conosciuto, denso di significati e sentimenti primari, e perché no messaggeri e precursori di una coscienza superiore. Gerevini G.C. Gerry

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