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Qua è tutto come una barchetta nel mare

Qua è tutto come una piccola ed impavida barchetta a remi che forte del suo coraggio e povera della sua esperienza prova a solcare il mare, incurante delle onde e delle tempeste in cui potrà incorrere. Senza una meta reale, per il piacere del viaggio. Per la dolcezza della scoperta, per poter portare il proprio sguardo più in là. Si era perduto quel senso di incertezza, quella dipendenza superficiale, ma profonda da tutto ciò che è intorno. E’ tutto una riscoperta, una familiare novità. Sentire ed ascoltare ogni lieve cambio del vento. Rincorrere una nuvola, tirare la corda e rischiare di spezzarla. Una volta che non si spezza, si tira ancora. Ancora e ancora, alla ricerca di qualcosa che non c’è.
Perché il movimento è una possibilità, mentre la stasi è una condanna. Per muoversi c’è bisogno di leggerezza, altrimenti la barchetta va a fondo. C’è bisogno di coraggio, di incoscienza, di follia, di curiosità, di calma, di forza.
Viene naturale chiedersi se ne valga la pena.
Ma questo non si può sapere. Non si può sapere finché non ci si è dentro.
Finché non ci si trova in mare aperto con solo la meraviglia e lo stupore negli occhi. Non lo si può sapere finché non si intravede la meta.
Finché non si ripenserà a quant’era dolce spiare il mare da lontano. Quant’era ingenuo quel sorriso. Quant’erano belli quegli occhi che brillavano.
A quel punto sarà solo felicità. Le onde cesseranno per un momento.
Il mare saprà regalare il tramonto più speciale di tutti. Un incendio di colori e un’altra barchetta a remi, un altro cuore che pulsa di coraggio. Un sorriso timido.
E il Mare, dentro e fuori di sé.
Irene

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