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PRIMO SETTEMBRE

Settembre, praticamente il vero inizio d’anno.
Stamane, al suono della sveglia, si sono presentati –tutti insieme e, soprattutto, non richiesti- tutti gli impegni e le questioni aperte da qui a Natale. Quel che si dice un buon risveglio, accidenti.
C’è di buono che una volta vestita e affacciata al mondo reale, sorseggiando un buon caffè dopo una piacevole colazione, la salita con panorama Everest da scalare si era di molto ridimensionata, e l’agenda si era ritirata al 1° settembre, assolutamente affrontabile.

Certo che anche il cielo, stamattina, ha dato il suo contributo curioso: sprazzi di azzurro limpido e terso da una parte, e dall’altra nuvole grigie, appena coprenti, con tanto di nebbiolina: paesaggio tipicamente autunnale. Settembre e ottobre si guardavano da un lato all’altro della strada. Anche il cielo oggi rispecchiava stati d’animo contrastanti.
Poi, aggiungiamo pure la città che si sta ripopolando. Dopo un mese di quiete, in cui pensi quanto sarebbe bello che la città fosse sempre così, tornare a vedere il traffico, la via di casa con tutti i parcheggi occupati, fa un po’ effetto invasione.
Passerà. Mi riabituerò. La fatica è più nel passaggio, poi si riprende il passo, si rompe il fiato, e si va.
E ora che questa prima giornata di settembre si avvia alla conclusione, posso godermi il piacere di essere a settembre, uno dei mesi che più amo. Stasera, nella quiete, i progetti non mostrano più solo il volto dell’ansia ma anche il fermento, l’interesse, la voglia di fare, di sentirsi in movimento.
La quiete agostana, seppur lavorativa, ha ceduto il passo ai cammini autunnali, più impegnativi e stimolanti. E va bene così.
sguardiepercorsi

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