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Prima di tutto: perchè essere qui?

Ci sono  volte in cui ci sentiamo stritolati dall’ingranaggio. Tanto abbiamo fatto che ci siamo convinti che il reale scopo delle vita sia quello di fare più degli altri e di inseguire obiettivi che continuano ad eluderci: dappertutto vedete gente che combatte, si arrabbia e fa della vita un gioco pur di acquisire potere e benessere sociale, invece di ricercare soddisfazioni inferiori.
Nella società d’oggi il fine sembra essere il raggiungimento di obiettivi orientati nel futuro, determinati esternamente: dare soddisfazione a mamma e papà, avere degli ottimi voti in pagella, conseguire lauree, ricevere aumenti e promozioni sul lavoro, premi, tre macchine, due televisioni finalmente una soddisfacente pensione. Nessuna pare mai arrivare. Siamo sempre impegnati a rincorrere oggetti di provenienza esterna e non ci resta più tempo per goderci la vita. Allora, perché essere qui? Questa è la prima domanda che dovremmo porci se vorremmo seguire una filosofia di vita che possa realmente modificare il nostro modo di vivere. Ricordiamoci che nessuno ci costringe ad essere qui!!! Lo comprovano un numero infinito di suicidi e potete verificare che nessuna autorità, nessuna legge ce lo vieta. Essere o non essere, questo è il problema!
Che ce ne rendiamo conto o meno, noi rispondete a questa domanda ogni giorno, semplicemente per il fatto che non ci uccidiamo.
Significa scegliere la vita in tutta la sua gloriosa ricchezza, nel suo illimitato potenziale, scegliere per ciò che realmente è, il più incredibile miracolo dell’universo. “Eleggiamo dunque la vita…” ma per capire quale delle due cose è meglio, un essere vivente deve semplicemente conoscere la differenza tra vita e morte e solo gli adulti sembrano capaci di dimenticarla. Noi siamo gli unici esseri sulla Terra capaci di dire a noi stessi: “Ci sono vite che non valgono la pena di essere vissute” e dato che alla coscienza umana è stata aggiunta anche questa responsabilità dovremmo essere in grado di apprezzare maggiormente la vita. Relativamente poche persone nel mondo commettono fisicamente il suicidio, direttamente, consciamente, con determinazione. Questi sono gli unici che, psicopatici o no, a prescindere dalle loro ragioni (alcune delle quali a volte possono essere anche legittime, mi pare), ad un certo punto si sono chiesti: “Prima di tutto perchè sono qui? Ed immediatamente si sono risposti: “Secondo me, non esiste alcuna valida ragione”, nello stesso modo potremmo dire: “Ci sono un mucchio di ragioni!” e potremmo anche trovare più ragioni per scegliere la vita di qualsiasi altro essere nell’universo…
Del resto se ci stiamo uccidendo lentamente, o se dentro di noi proviamo la sensazione di non vivere veramente (ci sentiamo come dei morti viventi) in realtà non “scegliamo la morte” in modo diretto, ma in verità non scegliamo nemmeno la vita. Prima di tutto, perchè essere qui? Facciamo finta che il vero scopo per cui siamo sia quello di fare un viaggio attraverso la vita gioendone al massimo, senza tormentare nessuno ed interpretando azioni che possano soltanto trasformare questo pianeta in un posto migliore per tutti quelli che lo abitano e quelli che lo abiteranno.
Io penso che non sia un obiettivo troppo ambizioso se lo si intende come filosofia di vita per ogni essere umano. La chiave di tutto consiste nel prendere la nostra vita con gioia anche se, come detto, non è facile ma non impossibile.
Gianluca Boffetti

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