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Presente e futuro: quale strategia?

Ci sono momenti nella vita dove ci si trova davanti ad un bivio oppure a delle scelte obbligate che potrebbero stravolgere per sempre la nostra vita. Certo che solitamente, non siamo molto propensi a compiere scelte avventate ma a volte dobbiamo prendere coscienza della situazione e capire che è giunto il momento di cambiare qualcosa. Lo stesso vale se, dopo anni di una vita da fedele impiegato, improvvisamente veniamo licenziati oppure come un fulmine a ciel sereno, il nostro partner ci abbandona. Invece di soffrire in silenzio o cadere in preda al panico, anche qui dovremmo mettere un bel punto e dire no a miserie e lamenti per poterci riprendere. Solo quando abbiamo preso la decisione di chiudere con il passato possiamo concentrarci sul futuro e scoprire come vogliamo proseguire e quali sorprese positive la vita ci riserva ancora. Nei cambiamenti positivi sono sempre tre dimensioni ad avere un ruolo: da un lato è importante essere pronti e guardare da vicino la propria situazione di vita, prendendone coscienza con franchezza. Dopo aver capito se vogliamo dedicarci alla carriera o alla famiglia, come vogliamo riprogrammare la nostra vita dopo una separazione o in che modo vogliamo passare il tempo dopo la pensione per essere felici, allora siamo pronti per il passo successivo. Dopo di che dovremmo avere davanti agli occhi delle motivazioni, ossia una visione più precisa possibile di dove vogliamo andare. Se questo è ciò che meglio si adatta a noi, allora avremo il coraggio di avviarci verso in futuro lungo la strada che abbiamo scelto. Infine, è importante credere che potremo raggiungere obiettivi importanti, se saremo capaci di perseverare. Nel momento in cui siamo convinti di possedere i talenti e le competenze necessari, allora possiamo anche farcela: “Se qualcuno affronta con successo un cambiamento, prima o poi sperimenterà che è decisamente più semplice di quanto non pensasse. Un cambiamento riuscito ha effetti positivi sulla fiducia in se stessi, ci sentiamo più vicini al nostro “io”. Attenzione però a buttarsi a capofitto nei cambiamenti senza riflettere, per esempio licenziandosi o abbandonando il proprio partner di punto in bianco perchè credono che ormai non vada più bene, ma in realtà non sanno quello che vogliono. Spesso si tratta di un comportamento di fuga, con il quale si limita a rimandare i vecchi problemi a un momento futuro. Con l’avanzare dell’età ci si ritrova a domandarsi su ciò che si è fatto negli ultimi 30 anni, lo si vuole continuare a fare anche nei prossimi 20. Per molti la fase critica è intorno ai 50 anni ma si può benissimo pensare ad una ripartenza anche a 40 anni. sono coloro che tracciano un bilancio, non si aggrappano più alle vecchie abitudini e superano la paura del nuovo a partire con i migliori presupposti: a questa età il cervello è capace di prestazioni eccellenti, se lo si stimola regolarmente e non ci si fossilizza davanti al televisore. E questo è buono sotto ogni aspetto: la persona che, nel nuovo corso, avverte di essere più vicina ai propri obiettivi, supera anche difficoltà e momenti duri. In questo modo le cose si mettono in movimento. E questo, in ultima analisi, ha effetti positivi sulla salute nonchè sulla coppia, il lavoro e l’intera condizione di vita.                                Gianluca Boffetti

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