Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

Pollyanna

Pollyanna, il nome di una dolce cagnolina,venuta in un giorno qualsiasi dalla lontana Melzo per rallegrare giorni d’infanzia. Era il 1980,alta la neve, immoto il paesaggio, privo di rumori.
Da dietro vetri di un vecchio cascinale, in ascolto rimanevo, osservando, annusando la vita che a lembi regalava tenerezze. Muggiti di vacche, bassi, soffusi, inzuppava l’aria.
Chiuse le scuole, interminabili i giorni.
Operosa mia madre,d all’alba desta per preparare, riordinare, accendere il foco affinché alzandoci trovassimo un ambiente confortevole.
Tempi d’oro per l’edilizia che portava via padri di famiglia; nella mia immaginazione in cantieri abnormi. Fra loro mio  padre.  L’intera settimana passava fuori casa, rincasando al sabato armato di stanchezza e di grosse borsine abbondanti di biancheria sporca. Affaccendata la mamma, scartava, lavava, rammendava, ogni cosa sistemava in ordine. Non mancava il sorriso a mio padre, per noi piccole, un dolce, gioco, una carezza poi lunghi discorsi sviscerati a voce bassa, non compresi.
Un giorno, tanta la neve, da rendere impossibile il lavoro. Rincasò prima del solito, grande la sorpresa nel rivederlo altrettanto nello scorgere in un angolino un batuffolo bianco dagli occhietti sparuti. Una cagnolina, tutta per noi! Che gioia! Sembrava un sogno! La scelta del nome non facile, si decise infine di accontentare la più piccola, ovvero io.
Compagna fedele, Polly, di gioco e di vita; nella gioia e nella sofferenza capace di comprendere, stare accanto. “La parola le manca” diceva la mamma elencandone pregi e qualità.
Passo dopo passo, seguiva, ascoltava, sembrava asserisse o rimproverasse la piccola testolina scuotendo con fare colorito.
Giunse  il 25 giugno e con esso sorella morte.
In un soffio stroncò l’ultimo suo respiro.
Grido acuto, stridulo, disperato che ancora oggi conservo nel cuore.
Forte ci abbracciavamo io e la mamma, lacrime amare versando. Il papà, Giorgio e Cesare le stavano accanto, sostenendola negli ultimi istanti. Fu disperazione, lutto profondo la sua assenza, vuoto e baratro. Venne avvolta in una coperta, la sua, qualche gioco per farle compagnia, e seppellita in giardino. Capi chini, visi tristi i nostri, di dolore sincero. Fu lei ad esclamare: ”E’ una vergogna dirlo perché era un animale ma tanto ci manca!
Perdere i genitori è il dolore più grande al mondo, non passa mai. Si sopravvive al dolore, la Madonna stessa è stata capace di stare accanto al figlio crocifisso!.”.
Ancora oggi, una foto di Polly nel libretto delle sue preghiere. Ogni sera un bacio ed una carezza per l’adorabile cagnolina. Sorge stizza nel sentire come certe persone trattino gli animali meglio dei cristiani. Quando una famiglia decide di accogliere un animale di certo deve mettersi in gioco, mettendo a disposizione tempo e premura. Hanno il diritto di essere nutriti, curati, amati, accompagnati, ma non facciamo di questo una priorità.
Al mare, per caso passeggiando incontro una bella cagnolina bianca. Per lei un saluto.
La padrona, cortese, in un batter d’occhio affermò che l’adorabile Lilly era diventata psicosomatica in quanto rifletteva i suoi stati d’animo. Stupita, mi allontanai un poco disturbata, dispiaciuta per quella bestiola. Mai sentito che i cani avessero tante allergie. Di solito nutriti con gli avanzi arricchiti con sali e proteina. Oggi esistono empori dell’animale, boutique di bellezza, abbigliamenti … non si sta forse toccando l’eccesso? Andando oltre il buon senso ed il rispetto per l’animale?
Un tempo, felici, si scuotevano da dosso pioggia e neve, oggi hanno il capottino per non ammalarsi! Rispetto significa conservare l’origine, il non voler deformarlo a nostro piacere, facendone specchio e riflesso delle umane fragilità? Una ragazza, fra l’altro giovanissima, disse “Meglio il cane dell’uomo. Lui non tradisce, ti rimane accanto!”.
Quanta solitudine, tristezza, rassegnazione.
Vivere di certo implica il mettersi in gioco.
Alti e bassi, sorrisi e pianti, costruendo lentamente relazioni. Non è ammissibile, ingiusto, sostituire una bestia all’uomo; è un aver paura, un nascondersi, uno stare dietro le quinte.
E poi ci si arrabbia col Papa, si fa polemica, a proposito del suo dire che certi trattano meglio gli animali delle persone.
Sacrosanta verità. E ancora individualismo, narcisismo, piccolo microcosmo, cammino bendato. Pensiero discutibile, forse, il mio ma che vorrei facesse un poco riflettere, fare un passo indietro, a ritroso nel tempo. Un ultimo pensiero lo dono a Pollyanna, amata cagnolina dal cuore d’oro, il cui ricordo conservo con delicata premura.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

Condividi