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PERCHÈ SEMPRE MENO FIGLI OGGI IN ITALIA

Libera riflessione ricordando il passato a Mezzane di Marino Marini

Giunge periodicamente, e per alcuni giorni tutti i nostri quotidiani dedicano alcuni articoli e pagine alla bassissima natalità della nostra Italia. Un concreto problema, nato tanti anni fa e per il quale, nonostante parole ed impegni si è fatto poco o nulla. Nonostante il contributo degli stranieri, pari all’8,7%, l’Italia perde popolazione, invecchia e per la prima volta scende sotto i 59 milioni di residenti. E’ la fotografia sulla base dei dati forniti dal censimento 2022 dall’Istat, che vede l’età media degli italiani salire a 46,4 anni e segna un ulteriore record negativo per la natalità, con 393mila nati, 7mila in meno rispetto al 2021 (-1,7%) e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008. In Italia ogni bambino con meno di sei anni, vi è la presenza di oltre 5 anziani (5,6), quando nel 1971 si contava un anziano per ogni bambino.

Pensare che risistemare l’Irpef (la tassa sui cittadini) come approvato qualche mese fa, che sembra aiutare i redditi medio alti, al contrario di ogni ridistribuzione dei redditi, che dovrebbe iniziare dai redditi più bassi. La stessa cosa per l’Assegno Unico, posto in essere un paio di anni fa, che ha concesso meno degli Assegni in atto prima. Scelte che non aiutano le coppie ad avere più figli… Tante parole, ma un buco nell’acqua. Per far crescere la natalità, occorre intervenire con veri e concreti aiuti alle giovani coppie, così come alle famiglie già tali.
Si deve intervenire con servizi a favore della famiglia, in particolare quelle a reddito unico, dove uno dei due coniugi non lavora perché al servizio della famiglia. Aiuti per un certo periodo, finché i figli non siano cresciuti ed i genitori ritornino al lavoro. Ci dicono che il costo di un bambino costa 700/800 euro al mese, quindi bisognerebbe trovare soluzioni economiche in tal senso. Che possono anche non essere soldi, ma servizi, di assistenza, di scuola dell’infanzia, di sostegno al lavoro delle Baby sitter.

Certo comunque la si pensi, la situazione è molto diversa da 40/50 anni fa.
La nostra piccola frazione di Mezzane, 800/850 abitanti, nel 2023 ha avuto cinque nascite, negli anni 1974/1979 i nati ogni anno erano 13 o 14. Stesso anno, matrimoni neanche uno (forse alcuni civili) mentre all’ora erano 14 o 15.

In Italia, crescono le unioni civili del 31%, mentre i matrimoni sono del 4,8%, con record del 22,7% per le seconde nozze e con un aumento del 21,3% dei matrimoni con uno sposo straniero. Tenendo conto positivamente dell’integrazione degli immigrati, concorrono anch’essi al conteggio della nuova natalità. Basti pensare alla mia famiglia. Erano i primi anni del 1900, mia Mamma ha avuto 10 fratelli, mio Papà in una famiglia meno numerosa, comunque oltre a lui 5 fratelli. Oggi ogni coppia supera di poco un figlio per famiglia. Noi avevamo una cascina “Le Canove”, oltre il fiume Chiese, vicino ad Acquafredda, dove vi erano un centinaio di persone ed una scuola elementare. Oggi tale scuola non è più presente neanche a Mezzane.

Nel frattempo dalla campagna si è passati all’industria, il progresso ha visto prevalere il consumismo, l’evoluzione delle persone in particolare delle donne, ha richiesto giustamente parità fra uomo e donna. In passato era più facile per la famiglia, che vedeva la stabilità della coppia, vedere nascere qualche figlio in più. Anche perché i costi e le necessità dei figli erano diverse e, molto più contenute di oggi. Il detto dei nostri padri e nonni: “Mangiare in tre o in quattro è la stessa cosa” era una realtà concreta. Un detto ritenuto quasi una base ideale per la famiglia.

A questa stabilità dell’unica famiglia, con due genitori e i loro figli, un ruolo importante svolgeva “La Chiesa e la sua educazione religiosa familiare” a cui tanti si affidavano.
A dare una mano in tal senso, non mancavano le Suore, presenti in tanti dei nostri paesi, le quali oltre al loro ruolo educativo, gestivano anche l’Asilo (Scuola materna oggi dell’Infanzia), contribuendo positivamente all’educazione cristiana delle giovani e delle giovani mamme. Normale insegnamento a favore della Famiglia e “Dei figli che Dio vorrà donarvi”… come si diceva nel rito del matrimonio in Chiesa.
Importante erano i corsi specifici dei fidanzati per giungere al matrimonio, un cammino di crescita per la coppia, per giungere responsabilmente al matrimonio, come scelta d’amore duraturo e inseparabili.

Oggi è tutto più complicato, non più matrimoni ma convivenze, separazioni, divorzi, fanno si che figli con una sola Mamma ed un solo Papà diventano un difficile realtà. Di conseguenza intervenire come Stato, o in sua rappresentanza, come servizi sociali e sanitari, dovrebbe essere una indispensabile necessità. Per questo, parlando sopra di tasse, occorre un fisco giusto, che possa effettivamente aiutare le coppie dei giovani sposi, dando la possibilità, se lo ritengono opportuno, che entrambi possano lavorare, aiutando in particolare le donne molte delle quali dopo il secondo figlio, non ritornano più al lavoro, essendo già alto l’impegno familiare. Sono tante le strade che si possono percorrere. purchè ci si prepari su tantissimi versanti, con studi, diplomi, lauree, master d’ogni tipo, ma nessuna preparazione al matrimonio, all’amore fra uomo e donna. Forse l’educazione sessuale, nella scuola come materia obbligatoria, potrebbe essere in tal senso un crescere a favore della famiglia. E’ solo una riflessione, sul quale ognuno ha il suo modo di pensare, di operare, e nel mondo cattolico di testimoniare.

Marino Marini

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