Ci sono giorni in cui l’umore si arena in acque basse e un po’ stagnanti. Allora è facile che finisca col rincantucciarmi nel chiuso delle mie stanze interiori. Da lì guardo la vita scorrere con un senso di estraneità. È lontana da me, io sono altrove. Mi concedo di starmene qui seduto davanti alla mia scrivania, nel silenzio che mi avvolge, visto che sono le 2 del mattino, a dare parola agli stati d’animo vaganti. La stanza è illuminata solo dalla luce del monitor di questo pc che mi tiene compagnia ormai da tempo, nel bene e nel male.
Si cammina tranquilli per la propria strada, contenti della bella giornata di sole che ci aspetta, del periodo buono che si sta vivendo, finché nuvoloni scuri si profilano all’orizzonte e arriva la pioggia, la tempesta e per alcuni può trattarsi di un tornado.
Il fatto è che quando vai sicuro, inconsapevole delle ombre, hai comunque momenti improvvisi in cui ti assale la paura. Va tutto bene, e hai paura. Paura di perdere ciò che hai.
La paura è un allarme che scatta di fronte a rischi dai quali fuggire o difendersi, oppure davanti a ciò che ci sembra a prima vista estraneo, sconosciuto.
Nella maggior parte dei casi però, è la paura della paura quella che ci condiziona maggiormente, ossia il timore di poter rivivere una minaccia che in passato ha minato la nostra sicurezza, reale o simbolica che sia.
Le paure possono essere infinite, per quanto infiniti possono essere gli oggetti o le situazioni che ci troviamo ad affrontare nella vita di tutti i giorni. Pensiamo per esempio alla paura del futuro. Si tratta di una paura indefinita e impalpabile. Potremmo spiegarla come la paura della perdita delle certezze, del senso di sicurezza, di vedere la nostra vita e le nostre abitudini, che con tanta fatica abbiamo fondato, sconvolte da un evento che non è possibile prevedere, come un terremoto, e che ci lascia senza più nulla di quello che prima ci dava invece protezione e sicurezza.
La paura è perciò un sentimento del tutto soggettivo, che nasce profondamente dentro di noi, dal nostro modo di affrontare la vita e di attribuire significati a ciò che ci circonda.
Le nostre ansie più grandi, eccole lì, reali, concrete. Da affrontare senza scampo, senza vie di fuga. E cominciamo a cimentarci. Tiriamo fuori tutte le nostre risorse, anche e soprattutto quelle che non pensavamo di avere, e scopriamo di avere sempre meno paura, scopriamo di poter affrontare ciò che ci sembrava ci avrebbe schiantati. Non è facile ma le paure vanno in ogni caso affrontate se non altro per difendersi da quelle che seguiranno durante il corso della nostra vita.
Gianluca Boffetti