Non è una sensazione costante, non è un semplice pensiero e non è nemmeno uno sguardo travolgente ad afferrare il modo di sentirsi trasportati verso il mondo dell’immaginazione. Non si può pensare che sia solo il vento a far brillare le nuvole, ma non si deve nemmeno attribuire ad un semplice gesto la particolare armonia di un essere umano.
Non è il pensiero che ci porta ad essere suscettibili, non è la forma che ci fa vedere più lontano, non è il corpo che ci tiene coi piedi per terra. E’ la nostra parte più segreta che spinge l’uomo a riflettere e ad esprimersi attraverso le onde, attraverso il suo sentire e l’immagine che da di sè stesso.
Non è una nuvola che trasporta in alto la fantasia dell’uomo, non è una parte statica che ci fa cadere in basso e non esiste uomo sulla terra che può definirsi uomo solo nella sua unicità di essere completo.
Non si pensi che basta un granello di polvere per accecare un occhio, non si pensi che basta un semplice ramoscello a ferire le gambe che tremano al passo in salita, non si pensi di riuscire a farcela pensando di essere già arrivati in cima al traguardo.
Non è il come che trasforma il destino dell’uomo, non è il perchè che da risposte appaganti, non è per quel tocco di fortuna che ci fa sembrare di essere scampati al pericolo.
Non è la giustizia che rende libero un uomo dalla sua coscienza, non è il tutto che fa un uomo completo e non è la vittoria che ci fa stare felici.
Forse tutto è nel nostro mondo interiore, quel mondo creato da noi, pensato da noi, amato ed odiato, ricercato ed abbandonato.
Non è che solo la parte più grossolana, la parte più intrecciata, quella sfera di sensazioni che ci portano a vivere e a prendere coscienza del vivere. Non basta avere per essere sè stessi, ma basta essere sè stessi in questa vita piena e vuota, incerta e dubbiosa, vita che sente che il cammino non è un percorso, ma solo il lento evolversi di una identità di uomo.
