Cos’è lo SPREAD? Nella nostra lingua lo chiameremmo scarto o margine. Ma la diffusione generale del termine inglese non lascia più alcuno spazio al vocabolo italiano. Ovunque si parla di spread (pronunciato “sprèd”) e il suo significato non è da poco! Si tratta del ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo. Il principio è classicamente commerciale. Il commerciante (la banca) compra il prodotto (il denaro) ad un prezzo (tasso di scambio interbancario) e lo rivende alla sua clientela ricaricato di un margine di guadagno (spread). Negli scambi tra banche il denaro ha una sua quotazione, che in Europa viene definita Euribor. Quello è il tasso, rilevato giornalmente, a cui la banca può comprare valuta, o anche venderla se ne dispone in eccesso. La collocazione del denaro mediante un finanziamento al cliente dovrà perciò avvenire ad un tasso un po’ più alto. Ciò consentirà di compensare le spese di gestione della struttura creditizia e della pratica nonché i rischi dell’operazione, e guadagnarci sopra qualcosa. Questo incremento è chiamato appunto “spread”. E quello che sta accadendo in Europa è colossale, stiamo saltando in aria e forse solo ora ci siamo resi conto di quanto è drastica la situazione… Ma non è solo la crisi economica quella ci ci deve preoccupare ma anche e soprattutto la crisi di valori che ormai imperversa all’interno delle nostre case colme di oggetti futili ma prive d’affetto… Basti pensare a quanti figli, ancora neonati, hanno già genitori separati, quanti ragazzi cresciuti tecnologicamente ma ignoranti nei gesti e nei modi di fare, quanti adulti violenti, irrispettosi nei confronti del più debole… e potrei andare avanti ad oltranza con questi esempi… Tra tanta nebbia, nei giorni scorsi qualcosa di straordinariamente meraviglioso è accaduto: vedere quei giovani con badili e scope ripulire la propria città a seguito di quella tremenda alluvione non è cosa da poco e la stampa avrebbe dovuto dare più ampio spazio a queste persone che di loro spontanea volontà hanno compiuto un gesto così unico. Avrebbero dovuto essere ospitati nelle trasmissioni televisive raccontando le loro storie ed invece ci troviamo sempre quelli del grande fratello… C’è anche chi ha perso una grande occasione: i black block ad esempio, dov’erano? Non li ho visti spalare il fango eppure Genova se non ricordo male la conoscono molto bene… Nel 2001 avevano devastato la città… Immaginate solo se si sarebbero presentati con i giubbotti neri ad aiutare i cittadini in difficoltà… La notizia avrebbe fatto il giro del mondo e sarebbero stati apprezzati e ascoltati!!! Forse è pura utopia ma anche una madre che uccide il proprio figlio dovrebbe essere utopia ed invece accade troppo spesso… Quindi non fermiamoci ai pregiudizi ma speriamo sempre che accada qualcosa di migliore. Certo che da questo editoriale c’è tanto “scarto” a parte quei bravi ragazzi a Genova.