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MARIA TERESA BARBIROLI

Chi ha conosciuto Maria Teresa Barbiroli, la ricorda negli anni 60, come una bella ragazza, trasformatasi in una bella donna con il passare degli anni. Sfortunata nella vita, rimasta orfana di madre alla sola età di undici anni, dopo essere stata ospite, per un anno, a La Spezia, dalla sua madrina, Luciana Ferrari che ci ha lasciati il giorno di Natale del 2020, all’età di 100 anni, in pieno isolamento da pandemia.
Maria Teresa, da ragazzina è stata riportata a casa, in Lombardia, dal padre. Si è data da fare accudendo i suoi fratellini minori fino a che la sua età glielo ha consentito. Ed è uscita dalla casa paterna, nello stesso anno che suo papà Giuseppe, si è ritirato dalla attività lavorativa per il raggiunto traguardo del meritato pensionamento. Si è legata in matrimonio con il suo amato Pietro Malagnini il 5 novembre del 1966, dopo quasi cinque anni di fidanzamento.
È stata per suo marito, una delle sue principali muse ispiratrici di molte sue poesie. Dalla loro unione è nata un’unica figlia, Rosanna.
Maria Teresa Barbiroli è stata una donna, una sposa, una madre, una lavoratrice, un’infermiera vigile e attenta per 35 anni nell’ospedale civico desenzanese, pronta a scattare in corsia, per dedicarsi agli ammalati, una volontaria presente in più associazioni. Patrona nell’associazione nazionale del Fante, ha coadiuvato il marito per lungo tempo al vertice del direttivo lonatese. Iperattiva nel gruppo di volontari della protezione civile di Lonato è stata presente anche in associazioni pro “pari opportunità”.
Quando poteva aiutava i bisognosi senza volere nulla in cambio, prestava assistenza infermieristica domiciliare gratuita per alcuni vicini di casa e conoscenti. Si è appassionata anche di politica per un certo periodo. Attratta dai ricami d’arte, ha coltivato l’hobby del crochet, dei pizzi realizzati con i ferri della maglia, della decorazione con l’ago e fili colorati di tessuti pregiati. Ha realizzato quadri con il mezzo punto. Un’artista di lavori tradizionalmente femminili.

Ha viaggiato con il marito e la figlia, ha visitato musei, città d’arte, luoghi di culto.
Da giovane ha battagliato più volte in tribunale per difendere se stessa, i suoi diritti e le sue proprietà. Ma, gli ultimi anni della sua vita, sono stati molto grigi e tristi: li ha trascorsi da sola in quattro diverse case di riposo. Emotivamente era divenuta fragile e provata. Rimasta vedova, il 13 dicembre del 2013, è stata colpita da malanni che l’avevano limitata nel suo agire quotidiano, invalidandola. Ai problemi di salute e di abbattimento morale, si sono aggiunti tutti quelli che sono scaturiti dalle invidie e maldicenze.
Purtroppo si è spenta il 2 giugno del 2022 lasciando un grande vuoto per quanti l’hanno amata. Ci ha lasciati, silenziosamente, all’età di 78 anni, nel giorno della Festa della Repubblica.
La vita di noi tutti è una parabola, un sali e scendi e la giustizia non è di questa terra…
E in un caldo sabato primaverile, il 4 giugno 2022 dalle 14:20 alle 14:30, ha rintoccato a morte la campana della Basilica durante lo spostamento del suo feretro dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate, adibita a camera ardente, alla Basilica di San Giovanni, che l’ha ospitata per la celebrazione del rito funebre solennizzato dall’arciprete, il Monsignore Don Osvaldo Cecchini. A conclusione del rito funebre, la figlia ha letto tre poesie scritte da suo padre, in onore della madre, che hanno commosso particolarmente i due cugini: Gianfranco Casella accompagnato dalla moglie e Marisa Todero, affiancata dal figlio Luca Cerutti, rispettivamente, nuora e nipote del fu Generale Marziale Cerutti, militare più volte commemorato dai lonatesi. Maria Teresa è stata ricordata a Desenzano, nella città che ha dato i natali a sua figlia che l’ha accolta nell’esercizio della sua professione infermieristica per 35 anni. Durante la maratona di lettura del 25 novembre 2022 è stata letta una sua lettera scritta sul tema della giornata contro la violenza sulle donne e già pubblicata.
Ce ne vorrebbero altre di queste iniziative a sfondo benefico.

Ciao Maria Teresa, un grosso abbraccio.

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