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MAMMA, E’ SCONFITTA LA STREGA?

Sono una giovane mamma di 27 anni e volevo raccontarvi la mia storia. Ho finito con eccellente profitto la scuola e all’età di 18 anni ho trovato con tanta fortuna il mio primo impiego,sono capitata nel momento giusto al posto giusto. Sono stata assunta dopo un periodo di normale “gavetta” come insegnante educatore presso un asilo nido privato, era da non credere, il sacrificio scolastico aveva finalmente dato i suoi frutti.Era il lavoro che avevo sempre sognato,mi alzavo la mattina con la talmente tanta gioia nel cuore che non consideravo il tutto come una fatica,ma ero felice. Il nido era diventata la mia seconda casa,tutto il tempo che avevo lo dedicavo con i fatti e con i pensieri al mio lavoro, mi sentivo davvero realizzata. Non era impegnativo fare turno doppio,sostituire le colleghe, saltavo anche il pranzo per preparare l’attività o il gioco da svolgere il giorno dopo. I bambini erano tutta la mia vita,mi riempivano il cuore con la loro innocenza e il loro sorriso era la cosa più bella che poteva ripagarmi di tutte le fatiche quotidiane. Anche i genitori avevano stima e fiducia in me. Avrei dato tutto per questo lavoro anche se la mia datrice di lavoro ha solo approfittato della disponibilità e delle mia dedizione traendone profitto,…a pensarci bene quante ore ho lavorato gratis e non ha mia detto un grazie. Ma non mi interessava ,amavo il mio lavoro e ne andavo fiera,io avevo un compito importante,ero responsabile dell’educazione e della formazione di quei “piccoli grandi futuri uomini”. Tutto sembrava andare a gonfie vele fino al giorno in cui ho deciso di creare la mia vita privata,mi sono sposata e ho successivamente ho avuto un figlio. Dal giorno che ho dichiarato alla mia datrice di lavoro di essere incinta è stato l’inizio della fine. Avere un figlio è stata la cosa più bella che io abbia mai fatto, ho passato anni a crescere i figli degli altri ed ora che avevo tra le braccia il mio mi sembrava di impazzire. Nella testa avevo già in mente tutto il nostro futuro insieme,lui era tutto il resto dei miei giorni. Rientrata dalla maternità l’aria che si respirava al nido era nettamente peggiorata , è così cominciata una guerra nei miei confronti. Quello che mi sembrava tutto una favola era stato trasformato, la datrice di lavoro aveva assunto il ruolo della “strega”. Non avevo più così tanta disponibilità come prima,il mio tempo libero lo dedicavo alla mia famiglia e il lavoro era importante ma ora le priorità erano altre e questo la mia datrice di lavoro non ha voluto accettarlo. Pensavo fosse più comprensiva visto che anche lei ha famiglia ma tutto ciò ha scatenato la cattiveria in persona. Era guerra aperta. Piano piano la “strega “ha distrutto la mia “carriera”. Durante le riunioni con la presenza dei genitori non aveva considerazione della mia presenza evitando di farmi intervenire. Ogni settimana mi cambiava orario di lavoro come se fossi una marionetta, fino al punti di divedermi le ore part time, con qualche ora la mattina e il resto sul fine giornata. Dovevo per poche ore di lavoro fare avanti e indietro ben 4 volte da casa. Mio figlio, per una misera paga, doveva stare dalla nonna tutto il giorno, dalla mattina presto fino a sera per non essere sballottato più volte. Vi sembra giusto tutto questo?io che insegnate che avevo passato tanti anni ha educare e crescere i figli di altri ora non potevo educare e veder crescere il mio. La mia storia si è conclusa con un licenziamento senza giustificato motivo… (il vero motivo era mio figlio!!!) e sono rimasta senza lavoro e senza stipendio con un figlio da mantenere. Sembra che avere figli sia una condanna ,ma è così?…Tutti i piccoli imprenditori fanno il bello e cattivo tempo con i dipendenti. Ti dicono “ o fai quello che ti dico oppure quella è la porta per uscire!” Quando leggo una favola a mio figlio lui mi dice: “Mamma è sconfitta la strega?” Riflettete voi su come finisce la storia….ma: “cara strega se mai leggerai questo articolo ricordati, un vecchio detto dice che chi compie cattiverie prima o poi tutto gli si ritorce contro!” Anonima

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