Rimani sempre aggiornato! - Scarica l'App di New Entry!

MA CHE CI STO A FARE QUI SE NON SO FAR NIENTE?

Sentirsi a terra, distrutti, inutili. E’ una sensazione certamente non piacevole ma che, purtroppo, accomuna buona parte di noi giovani e non, ed in modo più grave gli anziani. Nel corso della vita è facile sentirsi a terra, inutile qualche volta, ma la cosa peggiore deriva quando uno pensa di esserlo veramente ed invece non lo è.
Mi spiego meglio…

Talvolta sono le altre persone che ci fanno credere di essere una nullità: per esempio in famiglia può capitare di commettere un piccolo errore e immediatamente i genitori rispondono: “Ma non sei capace proprio a far nulla!” oppure nel lavoro, quando si ha un capo meticoloso e rompi balle che, pur di passare il tempo, si diverte a schernire e ad umiliare. Brutta situazione vero? Situazioni che abbatterebbero anche un toro scatenato.

Ciò che è importante però è essere in regola con la propria coscienza e porsi delle domande. Ad esempio: “Mi sono comportato bene? Ho fatto il meglio che potevo dare? Potrei migliorare oppure quello che ho fatto è più che sufficiente?” Certo, un esame di coscienza lo dovrebbero fare anche chi, in qualche modo, ha sgridato la persona umiliandola: “Sono stato troppo severo? Gli avevo spiegato bene come si faceva quel determinato lavoro! Io non sbaglio mai?” E via discorrendo …

Se una persona maldestramente mette in pericolo la vita altrui oppure sta commettendo un grave errore come drogarsi, ubriacarsi o altre cose di questo genere, è anche giusto dare una sgridata mantenendo però intatto il rispetto per quella persona. La soluzione di tutto rimane sempre e comunque il dialogo: se dopo aver commesso un errore, invece di urlare all’impazzata, si cercasse di sapere il motivo dello sbaglio (che può essere anche la poca attenzione), non sarebbe meglio? Grazie a ciò si instaurerebbe un rapporto meraviglioso tra datore di lavoro e lavoratore, stesso discorso tra genitori e figli. In entrambi i casi ci guadagnerebbe non solo il lavoratore ma anche il datore di lavoro poiché, si sa, in un ambiente sereno e senza ostilità si lavora certamente meglio.

Anche tra genitori e figli accadrebbe la stessa cosa: per i figli il genitore diventerebbe un punto fondamentale a cui rivolgersi e da parte dei genitori ci sarebbe la soddisfazione ed il merito di vedere il proprio figlio crescere grazie ai loro consigli. Questo perché al giorno d’oggi i giovani, appena possono, escono di casa la sera e tornano la mattina, passano intere settimane senza dialogare con i genitori ma questo a cosa è dovuto? E’ dovuto al fatto che il figlio preferisce fidarsi di più degli amici avendo in famiglia dei genitori che ad ogni suo piccolo errore, lo declassano.

E’ chiaro che i genitori non lo fanno con cattiveria, ma ciò comporta in lui una sensazione di insicurezza. E così muore il dialogo in famiglia, quel dialogo che servirebbe per eliminare la tanta criminalità che purtroppo esiste in questo nostro mondo.
Impariamo a rispettare le idee altrui e se qualcuno sbaglia, aiutiamolo a non fargli ripetere l’errore, e se sbaglierà la seconda, la terza, la quarta volta, noi dovremo essere sempre lì a rispiegargli di nuovo fino a che non sbaglierà più. Sbagliare è umano e serve a crescere.

NON FACCIAMOLI SENTIRE INUTILI, NON SERVE A NULLA.

Gianluca Boffetti

Condividi