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Luna piena e arcobaleno

Ci sono semplici frasi che arrivano come un’onda dalla portata emotiva potente.
Semplici frasi dalle quali un mondo di vissuti esce lanciando la sua richiesta di ascolto, di vicinanza, di presenza amorevole. Ieri ne ho letta una così.
Ci sono frasi che escono dai post e vengono lanciate in cerca di condivisione, lanciate nell’aria come petali di rose, perché qualcuno le raccolga. Leggo queste frasi, rispondo in qualche modo. Mi rimangono comunque dentro, le porto con me, nella mia vita. Frammenti di storie, stati d’animo, pensieri: non hanno volti, perlopiù, a volte neanche nomi che non siano nick, ma sono presenze vive e amiche.
Incontro un’intensità che mi commuove.
Etty Hillesum scriveva “Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite”. Lo comprendo bene, lo sento profondamente.
Qui si offrono e si ricevono balsami fatti di parole. Ora però sono stanca e ho sonno, e non ho voglia di andare a dormire. Amo la quiete della sera, il silenzio intorno. In questo momento una luminosissima luna piena è comparsa proprio nel riquadro della finestra, sorprendendomi.
Anni fa, un giorno in cui ero triste, pensierosa, in risonanza con il lato doloroso della vita, alzai lo sguardo e dalla finestra vidi un arcobaleno.
Un po’ come stasera, il cielo risponde ai miei stati d’animo con la sua vita.Inaspettatamente, questa luce brillante irrompe nella stanza silenziosa e mi dà gioia. Non che risponda veramente a una qualche mia domanda. Semplicemente, è. Questo esserci, così, è una risposta. Dedicata a chi si domanda il senso della vita, a chi non aspetta più Godot*.
Michela
* è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett.
Viene associata al teatro dell’assurdo, ma va specificato che non esiste alcun genere teatrale o movimento artistico così denominato. Dramma costruito intorno alla condizione dell’attesa, si aspetta un avvenimento che dà l’apparenza di essere imminente, ma che nella realtà non accade Aspettando Godot venne scritto verso la fine degli anni quaranta e pubblicato in lingua francese nel 1952, cioè dopo la seconda guerra mondiale, in un’epoca post-atomica. La prima rappresentazione si tenne a Parigi nel 1953 al Théâtre de Babylone sotto la regia di Roger Blin, che per l’occasione rivestì anche il ruolo di Pozzo. Nel 1954, Beckett – autore irlandese – tradusse l’opera in inglese.

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