Ci sono storie che meritano di essere raccontate perché descrivono legami speciali, perché fanno intuire come l’essere umano e il mondo animale possano vivere una simbiosi esclusiva. Lisa Canzian va a cavallo da una vita e, sin da bambina, trascorre giornate al fianco dei cavalli. Animali speciali, e non solo per modo di dire…
Iniziamo proprio da qui: come, dove e quando nasce il tuo legame col mondo dei cavalli?
Il mio legame con i cavalli non è nato per eredità familiare, ma da un richiamo interiore, una sorta di destino. Sin da piccola, mia madre mi ha trasmesso l’amore per gli animali, portandomi spesso alle fiere, e proprio lì ho vissuto il mio primo incontro con i cavalli. Da quel giorno, non sono stati solo animali ai miei occhi, ma una passione viscerale, totalizzante, quasi ossessiva.
Finché, da bambina, è scoccato un autentico colpo di fulmine.
A cinque anni ho iniziato il mio percorso con l’equitazione. Ricordo ancora l’emozione del primo contatto, il battito accelerato mentre salivo in sella. Ho iniziato con il pony games, imparando a conoscere questi straordinari esseri, fino ad affrontare i primi salti. Nonostante le difficoltà economiche, non ho mai mollato. I miei genitori hanno provato a indirizzarmi verso altri sport, ma non capivano che l’equitazione per me non era uno sport, era vita. Era l’unica cosa che mi faceva sentire davvero completa, davvero me stessa.
Con il tempo, la tua passione è diventata sempre più concreta…
Ho studiato, mi sono impegnata, ho affrontato prove e sacrifici per conquistare brevetti ed esami, fino ad ottenere il primo grado. Poi, ho deciso di trasmettere il mio amore per i cavalli anche agli altri, diventando insegnante di equitazione per bambini, compresi quelli con disabilità. Ho lavorato in diversi maneggi, respirando ogni giorno quell’odore inconfondibile di fieno e cuoio, sentendomi a casa.
Poi è arrivato uno dei momenti più importanti della mia vita: l’acquisto del mio primo cavallo. Con lui ho iniziato a gareggiare, provando sulla mia pelle cosa significasse lottare per i risultati, vivere le vittorie con il cuore gonfio di gioia e le sconfitte con il peso della frustrazione. Ho vissuto sofferenze profonde, momenti in cui sembrava impossibile andare avanti. Ma non potevo fermarmi. Sentivo che volevo di più. Così ho cambiato strada: sono diventata fantina nelle corse ippiche.
Come si entra in questo mondo?
Per arrivarci, ho studiato il regolamento, ho preso la patente, mi sono messa in gioco con tutta me stessa. E quando corro, quando sento il vento tagliarmi il viso, il rumore sordo degli zoccoli sulla pista, il cuore che batte all’unisono con quello del mio cavallo, so di essere esattamente dove devo essere. È adrenalina pura, un brivido che mi scorre nelle vene, un’emozione che nessuna parola potrà mai descrivere del tutto.
Molti dicono che il cavallo vive le emozioni di una persona…
Con i cavalli si crea una sintonia che va oltre la logica. Sono creature incredibili, sensibili fino all’estremo, imprevedibili, capaci di leggerti dentro. Questo a volte può spaventare, ma è anche ciò che rende il legame con loro così straordinario. Perché con un cavallo non puoi mentire: loro sentono le tue paure, le tue insicurezze, i tuoi desideri più profondi. Ed è proprio in questo scambio silenzioso che si trova la vera magia.
Proviamo a riavvolgere il nastro: anche da un punto di vista lavorativo, il mondo degli animali era sempre nei tuoi pensieri…
Fin da bambina, sognavo di diventare veterinaria. Non era solo un desiderio, era una vocazione, un richiamo che sentivo dentro di me. Immaginavo la mia vita circondata dagli animali, a prendermi cura di loro, a restituire loro tutto quell’amore che da sempre mi hanno dato. Ma crescere significa anche fare i conti con la realtà: realizzare i propri sogni da soli non è semplice, e io ho dovuto affrontare sacrifici, ostacoli e incertezze.
Attualmente lavoro come segretaria in una palestra, dove mi occupo soprattutto delle pubbliche relazioni. È un lavoro che mi dà stabilità, mi permette di crescere, di relazionarmi con le persone. Ma nel profondo so che non è il mio vero destino. Vorrei entrare a Medicina, inseguire ancora quel desiderio che da sempre brucia dentro di me, ma so che smettere di lavorare significherebbe rinunciare alla mia indipendenza economica.
Fra tanti dubbi, resiste una certezza: proprio il tuo legame con i cavalli.
Sono loro il mio rifugio, la mia forza, il mio equilibrio. Sono il luogo dove trovo pace quando tutto il resto sembra confuso. Quando il mio cavallo di una vita si è fatto male, ho sentito il dolore lacerarmi dentro, ma non ho mai pensato di mollare. Perché lui, ancora oggi, mi dà la forza di resistere, di andare avanti, di credere che anche nei momenti più difficili c’è sempre una ragione per rialzarsi. I cavalli non sono solo un passatempo, sono il mio respiro, la mia adrenalina, il mio battito.
Sono l’unica cosa capace di farmi dimenticare tutto il resto. Quando sono con loro, le preoccupazioni svaniscono, le insicurezze si annullano, e mi sento di nuovo me stessa. In sella, sento il vento che mi attraversa, il battito del cuore accelerare, la scarica di energia che mi percorre il corpo. In quei momenti non c’è paura, non c’è dubbio, solo libertà.
Torniamo proprio alla sella e, in particolare, alle corse…
Le corse all’ippodromo sono un universo a sé, un mix di imprevedibilità, strategia e pura emozione. Sono difficili da descrivere a chi non le ha mai vissute sulla propria pelle: a volte sembrano già scritte, altre volte sono completamente incerte, dipendendo da una miriade di fattori.
Nulla è mai davvero scontato. In scuderia possiamo avere cavalli da corsa di altissimo livello, ma ogni competizione è una storia a sé: le circostanze, il clima, la condizione del terreno, la qualità degli avversari in gara, il peso assegnato in base ai risultati precedenti… ogni dettaglio può cambiare l’esito di una corsa in un istante.
L’allenamento è fondamentale, così come l’alimentazione. Un cavallo da corsa è un atleta a tutti gli effetti e, proprio perché non può parlare, bisogna imparare ad ascoltarlo in altri modi. Capire cosa è meglio per lui non è semplice: bisogna saper leggere i suoi segnali, cogliere ogni minima variazione nel suo comportamento, nella sua energia, nella sua voglia di correre.
Come si vivono i momenti che precedono la competizione?
L’attesa sulla sella prima della partenza è carica di tensione, il cuore batte forte, il respiro si accorcia. E poi lo start. Le gabbie si aprono e in quel preciso istante il mondo si ferma. Non esiste più niente se non la corsa. È una questione di attimi: ogni scelta, ogni movimento, ogni traiettoria può determinare la vittoria o la sconfitta. Bisogna essere lucidi, freddi, pronti a reagire.
In quei pochi minuti, bisogna avere ben chiaro cosa fare, perché il minimo errore può costare tutto. O la va o la spacca. Vincere è un’esplosione di gioia, un’emozione che ti invade il corpo e la mente, la conferma che tutto il lavoro, i sacrifici, le ore passate in scuderia sono valse la pena. Ma anche perdere non spegne la passione. Perché ogni gara è un insegnamento, un’esperienza che ti spinge a migliorare, a cercare la strategia perfetta, a capire ancora di più il tuo cavallo e te stesso.
Gareggiare non è solo una competizione. È vita pura. È sentire l’energia di un animale straordinario sotto di sé, fidarsi di lui e sapere che lui si fida di te. È una scarica di emozioni che pochi sport al mondo possono regalare. E per questo, nonostante le difficoltà, le incertezze e le sconfitte, non smetterò mai di farlo. Perché quando corro, sono esattamente dove voglio essere.
Anche sui tuoi canali social racconti questo mondo straordinario.
I social sono diventati il mio spazio per raccontare, condividere ed emozionare. Sono il ponte tra me e chi, come me, vive di passione per i cavalli e le corse ippiche. Ogni post, ogni storia, ogni video è un frammento della mia vita: la quotidianità in scuderia, le emozioni delle competizioni, i momenti difficili e quelli di pura adrenalina. Attraverso i social non mostro solo il lato spettacolare di questo mondo, ma anche il sacrificio, la dedizione, le sfide che si nascondono dietro ogni gara.
I miei social oggi sono un mezzo per ispirare, per raccontare la mia storia, per avvicinare le persone a un universo spesso poco conosciuto e pieno di pregiudizi. Molti mi scrivono per chiedermi consigli, per sapere come si entra in questo mondo, per capire cosa significhi davvero vivere di equitazione e ippica. Altri semplicemente mi sostengono, mi incoraggiano. Attraverso i social ho trovato un modo per dare voce alla mia passione.
Voglio continuare a raccontare la mia storia, senza filtri, senza maschere, perché so che là fuori c’è qualcuno che magari sogna le stesse cose che sognavo io da bambina. E se anche solo una persona leggendo le mie parole deciderà di inseguire il proprio sogno senza arrendersi, allora saprò di aver fatto qualcosa di importante.
C’è un lato caratteriale che ti caratterizza, ed è la profonda umiltà e il rispetto verso tutto e tutti.
Ci sono cose che non si imparano, che non si costruiscono artificialmente, ma che fanno parte di te, del tuo modo di essere. Per me, lo sguardo, il sorriso e l’educazione sono i tratti distintivi di una persona, ciò che la rende unica e riconoscibile. Sono dettagli, ma fanno la differenza. Lo sguardo racconta più di mille parole. È il riflesso di ciò che sei dentro, delle tue emozioni, delle tue esperienze. Nel mondo dei cavalli, lo sguardo è fondamentale: è il primo linguaggio che usi con loro.
Un cavallo non ha bisogno di parole per capirti, basta un attimo, un incontro di occhi, e già sa tutto di te. Sa se sei sicura, se sei nervosa, se stai nascondendo qualcosa. Con loro non puoi mentire. E questo mi ha insegnato a vivere nello stesso modo anche con le persone: guardarle negli occhi, essere trasparente, autentica, senza paura di mostrare chi sono davvero.
Un altro elemento di te fa la differenza: sorridi sempre, sempre e comunque.
Il sorriso è la mia forza. È il mio modo di affrontare le sfide, le sconfitte, le difficoltà. Nel mondo dell’ippica e dell’equitazione, niente è mai facile. Ci sono giorni in cui ti sembra di avere il mondo contro, gare perse per un soffio, sacrifici che sembrano non ripagarti mai. Ma io ho imparato che il sorriso è una scelta: puoi arrenderti o puoi decidere di andare avanti con la testa alta. E ogni volta che sorrido, lo faccio per me stessa, per ricordarmi che la mia passione vale più di qualsiasi ostacolo. L’educazione è ciò che mi distingue, perché in un ambiente competitivo come quello delle corse, il rispetto è fondamentale.
Ho imparato a farmi strada senza dover urlare, senza dover sgomitare con arroganza. Ho imparato che si può essere determinati senza perdere la gentilezza, che si può essere ambiziosi senza mancare di rispetto agli altri. L’educazione è ciò che mi permette di costruire rapporti veri, sia con le persone che con i cavalli. Perché alla fine, il rispetto è il valore più importante: il rispetto per chi lavora con te, per gli avversari in gara, per gli animali che ti affidi ogni giorno.
Questi tre elementi sono il mio marchio di fabbrica. Sono il modo in cui mi faccio riconoscere, dentro e fuori dall’ippodromo. Perché al di là delle vittorie, delle sconfitte, delle sfide quotidiane, quello che conta davvero è come scegli di essere. E io ho scelto di essere vera, sempre.
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