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LIBERTÁ

Il governo Draghi, purtroppo, ha smesso di sputare fuoco, e dico purtroppo perché a me personalmente l’ex presidente del consiglio piaceva, per lo meno sembrava avesse le carte in regola per far bene. Così siamo chiamati in causa per eleggere un nuovo governo, spero proprio che l’affluenza alla urne sia altissima, e non come l’ultimo referendum sulla giustizia, talmente complicato che in pochi sono riusciti a decifrare, qua si tratta veramente di decidere del nostro futuro e non possiamo assolutamente disertare le urne, faremmo un torto di gravità inenarrabile ai nostri antenati, molti di loro hanno sacrificato la propria vita per la libertà di voto, di espressione, per la democrazia.
Voglio raccontare una storia che in qualche modo si collega a quanto ho scritto sopra: nel 1983 mentre ero in licenza militare, mi trovavo nella discoteca all’epoca famosissima “Kiss Colossal Music Center” di Ostiano, come sempre ero solo soletto perché la domenica pomeriggio prima di uscire dovevo aiutare mio padre ad accudire i nostri animali ed i miei amici logicamente non stavano ore ad aspettarmi. Camminando per la sala da ballo noto una bella ragazza vestita in modo molto appariscente, mi avvicino e sfoggio la mia solita frase: “Posso conoscerti?”, — “Ma si siediti, facciamo pure due parole”, — si chiamava Erika, 21 anni di Cremona, era stanchissima perché essendo infermiera professionale, aveva svolto il turno di notte presso l’ospedale della sua città, sono rimasto molto sorpreso quando dopo 10 minuti che parlavamo mi ha chiesto se potevo accompagnarla a casa, io acconsentii e così avvisò le sue due amiche con le quali era venuta e ci avviammo verso Cremona.
Mi ricordo che abitava in via Tedaldi Fores, io a Cremona ero stato solo alla fiera agricola e non conoscevo per niente quella cittadina, arrivati davanti al suo palazzone mi dice: — “Io salgo a riposarmi, scusa se non ti faccio entrare ma visto che hai ancora tre giorni di licenza, domani alle 21.00 suona il primo campanello e ti sarà aperto”.
Cavolo, certo che è tutto piuttosto strano, pensavo, e comincio a girare Cremona per ritrovare via Mantova… dopo 30 minuti stavo ancora girando a vuoto, finché una Santa donna mi ha indicato la giusta via.

La sera seguente parto per incontrare Erika, arrivato a Cremona non mi ricordavo più dove stava il suo palazzone (ho un senso dell’orientamento straordinario), finché ho chiesto in un bar. Finalmente suono al suo campanello, entro nell’appartamento e subito mi fa una romanzina per il ritardo, poi mi presenta sua sorella di 16 anni, domando dove sono i genitori e mi spiegano che il papà è un famoso ingegnere edile ed assieme alla mamma, risiede ormai da 2 anni in Thailandia. In collaborazione con una équipe italo-thailandese stanno costruendo un gigantesco ponte quindi loro vivevano da sole autonomamente.
La sorella che frequentava il liceo dimostrava almeno 10 anni di più, sia fisicamente che mentalmente, l’appartamento era arredato con dei strani talismani provenienti da tutto il mondo, poi senza mezzi termini mi chiedono se con il mio mestiere di contadino-allevatore guadagnavo bene: — “Sufficientemente per vivere in modo più che dignitoso” — le risposi con decisione e anche con un po’ di stizza. Tirarono fuori l’assegno che il loro papy gli inviava mensilmente corrispondente a 6.500.000 lire, considerando che mia sorella all’epoca era operaia tessile e al mese prendeva 1.200.000 lire, si può ben capire la differenza; poi aggiunsero: “Ascolta Giordano, sia ben chiaro che non ti abbiamo mostrato l’assegno né per umiliarti e nemmeno per sentirci superiori, noi non etichettiamo nessuno, abbiamo una mente aperta, ci piace conoscere ogni persona”. Poi Erika mi propone di fare un giro in macchina per Cremona mentre la sorella rimane a riordinare l’appartamento. — “Ti mostro la città, così quando torni indietro non ti perdi come ieri “— Devo dire che la città del torrone è veramente bella, come del resto tutte le città italiane. Finito il lungo giro l’ho riaccompagnata davanti al suo palazzone, prima di scendere dall’auto, mi disse che l’indomani aveva il giorno libero e se volevo passarlo con lei — “Cavolo Erika, mio padre mi strozza, con tutto quel che c’è da fare!” — Ed Erika mi rispose: “scusa ma domani è il tuo ultimo giorno di licenza, vuoi passarlo a lavorare dalla mattina alla sera? Vedrai che l’azienda non va a gambe per aria anche senza di te! —

E così l’indomani, finita la mungitura del mattino (che inizia alle 04.00 ), ebbi il permesso da mio padre di assentarmi per l’intera giornata.
Prima delle 09.00 ero già a Cremona, Erika disse che voleva rendermi la giornata memorabile; mi volle portare all’ospedale cittadino (che ha la strana e suggestiva forma di una mezza luna), per farmi vedere l’ambiente in cui lavorava e conoscere i suoi colleghi. Entrati nel reparto mi volle presentare lo stimatissimo ed illustre primario di otorinolaringoiatria prof Vincenzo Bazzana, quando gli dissi che ero di Fiesse, con grandissima sorpresa mi rispose che lui era un fiessese puro sangue e non solo, ma era un coscritto di mia mamma e addirittura quando lavorava all’ospedale di Manerbio (BS), fu proprio lui a togliermi le tonsille. Erika rimase a bocca aperta, certo che il destino a volte è proprio strano e riserva straordinarie sorprese. Fuori dall’ospedale ci dirigemmo al torrazzo, simbolo di Cremona, bisogna dire che i gradini non mancano ma la vista lassù è veramente stupenda, vale veramente la pena di fare un po’ di fatica. Dopo il pranzo in un tipico ristorante, mi portò in un Club esclusivo i cui soci erano aristocratici cremonesi, lei era tesserata grazie alle influenti conoscenze di suo padre, ma non voleva che entrassi nel parcheggio privato con la mia lussuosa A111 Autobianchi (del 1970), la berlina sorella maggiore della A 112, dicendo che sembrava un’auto uscita dallo sfasciacarrozze…e lì mi offesi veramente, quell’auto che all’epoca aveva 13 anni, era rifinita in modo lussuoso, mi era stata regalata da un mio carissimo zio, che anziché darla dentro acquistando quella nuova, me ne aveva fatto dono, il colore blu, corpo diplomatico, (con qualche chiazza di ruggine) le dava un aspetto regale, mi infuriai ed urlai: “O entra anche lei o faccio dietrofront e vado fuori dalle palle”, — “Va bene, entra testone, vedrai che auto ci sono nel parcheggio”.

Cacchio, sembrava di stare in un concessionario di Lamborghini e Maserati, parcheggiai il mio bolide vicino ad una Ferrari. Tutti mi guardavano come fossi un extraterrestre, con le loro magliette e scarpe firmate. Quando mi chiedevano quale fosse la mia professione, Erika interveniva dicendo che ero titolare di una gigantesca impresa agricola, un tale mi chiese se avevo contatti con Raul Gardini, c’è mancato poco che non scoppiassi a ridere, ma quando mi presentò ad una sua conoscente ed allungai la mano, lei tirò indietro la sua esclamando: “Ma ha i calli !”— “Si ho i calli e me vanto, preferisco avere il marchio sulla mia pelle che non su quella borsa griffata che porti al collo!”
E così onde evitare ogni discussione, ce ne andammo salutando quei manichini vestiti a festa. “Scusa Erika, ma come fai ad avere amicizie con persone così vuote e finte?” — “Senti Giordano, io ho una mente aperta, se un riccone con la Ferrari mi invita a cena, io ci vado, perché non cogliere l’occasione? Però tieni presente che non ho nessun tipo di pregiudizio, mi piace parlare con tutti perché è sempre un grande arricchimento interiore; 2 anni fa ero in Africa, ho fatto amicizia con una tribù locale e ho dormito in una capanna fatta di frasche, sono stata felicissima di aver conosciuto una realtà molto diversa dalla mia, mi piace studiare le religioni di tutto il mondo, ma non appartengo a nessuna, nessuno è il mio Dio, perché non voglio nessuna limitazione alla mia vita, non voglio seguire alcun schema, anche se ho il massimo rispetto verso qualsiasi individuo, non ho intenzione di aver figli e metter su famiglia, non ho intenzione di mettere radici in un posto come fossi un albero perché la mia casa è il mondo.”

Rimasi in silenzio per parecchio tempo, stupito e sconquassato da quanto mi aveva detto. Dopo aver riflettuto a lungo gli dissi che evidentemente non la pensavamo allo stesso modo, avevo un mio credo che cercavo di rispettare, e se una persona non mette radici, come fa a resistere alle intemperie della vita? Alla sera la riaccompagnai a casa, ma prima di scendere dall’auto mi chiese se avevo deciso chi votare (la settimana dopo c’erano le elezioni politiche), le risposi che mi ero rotto le scatole di sentire politici promettere senza mai mantenere e probabilmente non sarei andato a votare. Apriti cielo, mi guardò furibonda con gli occhi che gli uscivano dalla testa: “Ma sei impazzito? Il voto è un diritto ed un dovere, una libertà conquistata dai nostri avi molte volte col sacrificio della vita, il tuo non voto equivale ad ucciderli un’altra volta; l’anno scorso sono stata in Thailandia più di un mese, ho conosciuto diverse persone del posto, vivevano in uno stato di povertà indicibile, c’erano le elezioni, per poter votare e dare il loro contributo a cambiare le cose, percorrevano, molte volte a piedi, centinaia di kilometri, ho parlato con 2 donne (madre e figlia), avevano votato, erano sulla via del ritorno, la madre molto anziana, camminava con le stampelle, e così malandata non sarebbe mai riuscita ad arrivare alla loro casa. Ho avvisato mio padre, grazie alle sue conoscenze ha recuperato un mezzo e le ha accompagnate alla loro capanna (distante un centinaio di km), ma quanti di loro erano in quelle condizioni? Quanti si sono spenti per strada pur di contribuire a cambiare le cose? Perciò tu adesso mi prometti che ti informi su i nostri rappresentanti politici e che andrai a votare, vota quel cazzo che ti pare ma vota!!!”

Scendemmo dalla macchina, mi diede un abbraccio fortissimo: “Giordano, sono contenta di averti conosciuto, sei un bel tipo, ma tra di noi non potrà mai esserci una storia, pensa a quanto ti ho detto, se passi da Cremona non mancare di venire a salutarmi”. È stata l’ultima volta che l’ho vista, 3 anni dopo ebbi modo di passare per la sua via, suonai il suo campanello ma mi risposero che gli inquilini precedenti si erano trasferiti all’estero.
Ho passato pochi giorni assieme ad Erika, ma sufficienti a sconvolgere completamente il mio modo di pensare, mi ha aiutato ad aprire mente e cuore ad ogni persona e ricordato che votare è un dovere che ognuno di noi deve sempre compiere, non scordiamocelo mai !!!
Giordano

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