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Lettera aperta a me stesso

Ciao Sandro, spesso parli con te stesso in silenzio, nel segreto delle tue stanze. 

Pensi, mediti, progetti, sospiri. Io sono il tuo corpo e mi innervosisci. Stai calmo. Non vedi che hai quasi 46 anni? Ti rendi conto che non puoi fare sempre quello che vuoi? 

Te lo ha cantato anche Vasco, ricordi? “Non si puo’ spingere sempre l’acceleratore”! 

Tu le sai queste cose, ma sembra che te ne freghi. Sempre avanti e sempre cose diverse. Lasciami tranquillo, prendo anche le pastiglie. Cosa posso fare di più per te? Io lo so che ti mancano degli amici che non sono più tornati in compagnia, ma io che ci posso fare? Speriamo che tornino, attendiamo il loro ritorno con la porta sempre aperta. 

Ma tu Sandro…rilassati. 

Sandro

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