C’era una volta un principe che partì con un fedele servitore alla scoperta del mondo.
Una sera, nel cuore di un’estesa foresta, il principe vide una ragazza che si dirigeva verso una casuccia: “Mia cara ragazza, ci puoi ospitare per la notte?” – “Oh, certo” rispose tristemente la ragazza “ma la mia matrigna è esperta in sortilegi malefici e non vede di buon occhio gli stranieri”.
Il principe comprese che la vecchia era una strega, ma non aveva timore. La ragazza li avvertì di non accettare nè da mangiare nè da bere. La vecchia, seduta accanto al fuoco, li fissò con sguardi malevoli, ma disse cordialmente: “Buonasera, accomodatevi e riposate!”
Il mattino dopo mentre il principe era già in sella, la vecchia propose loro il bicchiere della staffa. Mentre portava il bicchiere, il principe si allontanò; la strega allora si avvicinò al servitore che stava sellando il suo cavallo. “Porta questa bevanda al tuo signore”. In quello stesso istante il bicchiere si ruppe e la bevanda schizzò sul cavallo; si trattava di un veleno così potente che l’animale cadde a terra morto. Il servitore corse dal suo signore e gli riferì quello che era successo; poi tornò indietro per recuperare almeno la sella. Un corvo si era già posato sul cavallo per divorarlo. “Forse oggi non troveremo di meglio da mangiare”, pensò il servitore. Così, catturò il corvo. Proseguirono il cammino e al calar della notte, trovarono una locanda; il servitore diede il corvo all’oste, affinchè lo preparasse per la cena.
Ma la locanda era un covo di briganti; nell’oscurità, arrivarono infatti undici uomini, con la precisa intenzione di uccidere e derubare gli stranieri. Prima, però, si sedettero a tavola con l’oste e mangiarono la minestra in cui era stata cotta la carne di corvo. Non appena l’ebbero assaggiata, morirono tutti sul colpo, poichè il corvo era stato avvelenato dal cavallo. Il principe e il servitore ripresero il loro cammino e arrivarono in una città, dove viveva una principessa molto bella, ma molto orgogliosa. Aveva fatto proclamare che avrebbe sposato colui che le avesse proposto un enigma insolubile; se però avesse indovinato, il pretendente sarebbe dovuto morire.
Si concedeva tre giorni per riflettere, ma era così intelligente da trovare sempre prima la soluzione. Il principe, affascinato dalla bellezza della donna, decise di rischiare la vita.
Le si presentò e le pose la domanda: “Chi è che non ha ucciso nessuno e tuttavia ne ha uccisi dodici?” La principessa riflettè a lungo, ma non riuscì a trovare la risposta.
Allora, ordinò alla sua domestica di avvicinarsi al principe mentre dormiva, sperando che parlasse nel sonno. Ma il servitore, sdraiato nel letto del principe, quando la domestica entrò, le prese il mantello e la cacciò. La notte seguente, la principessa mandò la sua dama di compagnia, ma il servitore la trattò come la domestica. La terza sera, il principe credette di essere al sicuro e si sdraiò nel suo letto. Allora, la principessa venne di persona, avvolta in un mantello del colore della nebbia e si sedette accanto al suo letto. Pensava che dormisse e lo interrogò, ma il principe era sveglio. “Chi è che non ha ucciso nessuno?” domandò la principessa.
“Un corvo che ha assaggiato un cavallo avvelenato ed è morto” rispose lui.
“E chi è che ne ha uccisi dodici?”
Sempre il corvo: dodici assassini lo hanno mangiato e sono morti”.
Nel momento in cui stava per andarsene, il principe le strappò il mantello. Il mattino dopo, la principessa fece venire un giudice e spiegò l’enigma davanti a lui; ma il principe ribattè: “E’ venuta vicino al mio letto durante la notte e mi ha rivolto delle domande, senza le quali non avrebbe mai trovato la risposta”. “Hai una prova di quello che dici?” chiese il giudice.
Il principe gli mostrò i mantelli; il giudice riconobbe quello color della nebbia e disse alla principessa: “Fate ricamare questo mantello d’oro e d’argento: dovrete indossarlo per sposare il principe”.
Una fiaba dei fratelli Grimm