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Le torte arrivano dal cielo?

Acquazzone improvviso all’alba, rumoroso, repentino, celere, battente, lo stesso che 17 anni fa accompagnò i primi vagiti di Vittoria, saluto di una vita dai palpiti accesi. Meraviglia e stupore tingono istanti, ne fanno ponte di lancio, commosso, punteggiato di stille argentine. Le torte arrivano dal cielo? Angeli in crocchio in dono le offrono con immutata tenerezza?
Sanno l’ora stupire, condire d’interrogazione, d’incanto, di commossa emozione? Tramestio quotidiano fa risalire fasci di ricordi, fra le braccia colti danno vita a scale cromatiche. Accenni di sfumature irrompono, parole gettano a profusione. Righi composti, arruffati, arditi, tempo e spazio seco attirano in ancestrale posizione di copula come a voler dire che la morte è solo un passaggio, un cambiar forma; essenza rimane immutata per colore ed intensità.
Questa mattina nel sentire, tangibile, viva, fra le mani un dolce, dono per il compleanno di Vittoria, incerto sapere se avrei voluto piangere o ridere, se forte stringerla al petto o se ridonarla all’eterno.
Nel silenzio la magia dell’ascolto. Mi è bastato volger lo sguardo, solo dietro l’angolo, per scorgere il tuo viso Liliana, ammiccare sereno, braccia conserte, mani in grembo colte.
“…Continua a scrivere… io ti leggo… sempre …” mi dicesti l’ultima volta che ebbi l’onore di parlarti a viva voce… dopo non molto sorella morte venne con passo felpato per condurti lontano ..
“… sto scrivendo Liliana, riesci a sentire dall’alto delle vette? Oltre i veli che separano il presente dal sempre? Lascio che le dita si rincorrano, celeri tastino, lentamente battano tasti… emozioni al galoppo, una dopo l’altra, intreccio di vita e di morte, passione e dolcezza… Ha febbre Vittoria, tanta la paura, terrore che negli ultimi tempi regna nel paesello e nelle zone limitrofe, dicono un batterio nelle acque, numerose le polmoniti, sofferenze e morti… precauzione e vigilanza consigliano gli uffici preposti… acqua bene comune e prezioso, contaminata vien da pensare se ancora una volta in nome del dio denaro a discapito di vite umane? Tua figlio e tua nuora hanno portato un dolce per Vittoria… indescrivibile la gioia e la commozione, regalo che ha sapore di vita e di rinnovo, di seme che morendo germina e produce… Non è forse questo il compito di ogni genitore? Condurre i propri figli, imprimere, forgiare, portare con mano sicura, lasciare un segno, una scia da seguire? Sorride il mio gigante buono, ascolta, osserva, curiosa insegue l’ondeggiare di fiamma tremula di candeline che attendono di esser spente… non soffia Vittoria, non ha mai spento una candelina in vita sua, non so se mai spegnerà una candelina ma mi basta sentire che sia viva, sorridente, accanto. Braccia al posto della parole, le sue… braccia che sanno abbracciare, stringere forte, mille e mille ed ancora mille le emozioni in esse nascoste, sfumature da cogliere a piene mani… occhi luminosi, aperti alla vita, pronti a cogliere bellezze acerbe… Al silenzio affido il mio sentire. Orecchio accosto al grembo del mondo…
Nella quiete di ore baciate dal sole braccia e sguardo innalzo ad un cielo chiacchierino e sbarazzino, un grazie per te Liliana, la cui presenza, ricordo e nostalgia si fanno ponte di passaggio, scalpiccio di zoccoli, battito d’ali, soffio di vita… odore di mare, onda leggera …”
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste

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