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LE CILIEGIE

STORIA E CARATTERISTICHE
Di origine asiatica, precisamente nella zona compresa fra il Mar Caspio e il Mar Nero, la ciliegia si è diffusa in Egitto sin dal VII secolo a.C., poi in Grecia e successivamente in Italia.


Ma come è arrivata nel nostro Paese? Plutarco, Plinio il Vecchio e Columella ne attribuiscono il merito al console romano Lucullo che, di ritorno da una campagna militare contro Mitridate, probabilmente la portò da Cerasonta, cittadina greca dell’Asia Minore, l’attuale Kiresun. Per questo motivo, i Romani la chiamarono Cerasus, nome che il ciliegio si porta appresso ancora oggi: la denominazione scientifica è, infatti, Cerasus avium.

Il nome italiano di ciliegia (conosciuto in toscano come ciriègia) deriva direttamente dal latino volgare ceresia. Il termine latino deriva dal greco (kérasos) e da qui dal nome della città di Cerasunte (o meglio Giresun), nel Ponto (l’attuale Turchia) da cui, secondo Plinio il Vecchio, furono importati a Roma nel 72 a.C. da Lucio Licinio Lucullo i primi alberi di ciliegie.

Il frutto può nascere da due diverse specie botaniche: da una parte il ciliegio dolce (Prunus avium), che produce le ciliegie che siamo abituati a consumare come frutta fresca; dall’altra il ciliegio acido (Prunus cerasus), che produce amarene, visciole o marasche, genericamente definite come ciliegie acide.
Il ciliegio viene anche coltivato per il suo legno rosato, particolarmente apprezzato nei lavori di ebanisteria, per la produzione di mobili fini e per la fabbricazione delle pipe.


FORMA E COLORE
La ciliegia, normalmente sferica, di 0,7-2 centimetri di diametro, può assumere anche la forma a cuore o di sfera leggermente allungata. Il colore, normalmente rosso, può spaziare, a seconda della varietà, dal giallo chiaro del Graffione bianco piemontese al rosso quasi nero del Durone nero di Vignola.

Anche la polpa assume colorazione e consistenza diverse a seconda della varietà e passa dal bianco al rosso nerastro nel primo caso e dal tenero al croccante nel secondo caso. Il gusto è dolce, mai stucchevole, con punte di acidulo.

La ciliegia matura nel periodo primaverile-estivo contiene un solo seme duro, color legno. In Italia sono principalmente diffuse due categorie di ciliegie: i duroni, più grandi e scuri e le tenerine, più chiare e piccole.


COMPOSIZIONE CHIMICA
• Acqua: 77-87%
• Zuccheri: 11-22,5%
• Grassi: 0,1%
• Proteine: 0,7-1%
• Vitamina A
• Vitamina C
• Potassio
• Fosforo

La composizione dei principi nutritivi non cambia molto da una varietà all’altra. Oltre alle vitamine A e B, troviamo proteine, sali minerali di calcio, magnesio e ferro. Presenti anche sostanze antiossidanti, principalmente antociani.

Le ciliegie sono ricche di zuccheri ma con un minimo apporto calorico, appena 38 kcal ogni 100 grammi, ideali quindi per una dieta ipocalorica. Presentano inoltre un buon assortimento di acidi organici ed una discreta quantità di potassio.


I BENEFICI PER L’ORGANISMO
La presenza di antocianine, potenti antiossidanti, rende questi frutti un importante alleato nel bloccare l’accumulo di depositi lipidici nelle arterie e nel combattere l’azione dei radicali liberi. Inoltre sono utili contro infiammazioni e dolori alle articolazioni.

Il risultato è simile a quello dell’aspirina e dell’ibuprofene senza però effetti collaterali. Le ciliegie sono diuretiche, aiutano a depurare il fegato e favoriscono il buon sonno. Sono dissetanti e, infine, aiutano chi soffre di stipsi. Grazie al buon contenuto di potassio, sono consigliate nella dieta per ipertensione, mentre le fibre, delle quali sono ricche, aiutano nelle diete dimagranti.


Le antocianine hanno inoltre un’azione antiossidante e sono efficaci nell’inibire il cancro al colon. Infine le ciliegie si sono rivelate utili nel trattamento della gotta.
In cosmesi, si utilizza la polpa delle ciliegie come rinfrescante ed astringente su pelli irritate; si possono preparare inoltre maschere per rivitalizzare la pelle del viso.


CURIOSITÁ
Per la Chiesa cattolica la ciliegia ha anche un suo Santo protettore: San Gerardo dei Tintori, si trova nella città di Monza nell’omonima chiesa e si festeggia il 6 giugno. Secondo uno studio della University of Michigan Health System, una dieta ricca di ciliegie avrebbe dimostrato di poter ridurre i fattori di rischio associati a malattie cardiache e diabete di tipo 2 nei ratti. Mangiare ciliegie regolarmente migliora il funzionamento dell’apparato sessuale sia maschile che femminile.

CILIEGIO A FRUTTO DOLCE
Appartengono a questa categoria il ciliegio a frutto dolce (Prunus o Cerasus avium) le duracine, dette anche duroni, e le tenerine. Perfette da gustare a fine pasto, ma anche ottime da usare per la realizzazione di dolci.


LE DURACINE
Dette anche duroni, sono piante di notevole sviluppo che possono raggiungere anche i 20 metri d’altezza. Hanno la polpa soda e croccante che può essere, secondo la varietà, bianca, rossa o nerastra. Tra queste spiccano le Durone Nero di Vignola, che hanno un frutto molto grosso color rosso scuro e le Durone Nero dell’Anella, più dolce e dal colore brillante.


LE TENERINE
Sono piante di dimensioni più ridotte e con una crescita più lenta. Hanno foglie grandi e ovali mentre i fiori sono generalmente bianchi. Hanno la polpa molle e molto succosa, solitamente rossa o nera. Tra queste troviamo la Black Star, grande, dal colore rosso scuro, e dal gusto dolce e la Brooks, forma grossa e schiacciata, rosso brillante e dal sapore dolce.


CILIEGIO A FRUTTO ACIDO
Anche il ciliegio acido (Prunus cerasus) si distingue in diverse categorie: le amarene, le visciole e le marasche. Con queste varietà vengono delle ottime confetture!


AMARENE
Le amarene sono piante di scarso sviluppo con rami pendenti e foglie piccole: i frutti sono di color rosso intenso con polpa e succo chiari; il sapore è amarognolo e leggermente acidulo.


VISCIOLE
Le visciole hanno i rami dritti con foglie molto grandi; i frutti sono di color rosso brillante come la polpa e il succo. Hanno, tuttavia, un sapore dolciastro e perciò vengono utilizzate, oltre che per il consumo fresco, anche per produrre confetture.


MARASCHE
Sono la varietà che più si differenzia dalle comuni ciliegie, a partire dalle dimensioni della piante che ha una taglia piccola come anche le foglie e i frutti, usati dall’industria per la produzione di liquori, tra cui il Maraschino.

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