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L’AQUILONE

In un villaggio qualsiasi di un paese qualunque, in uno squallido mattino senza un alito di vento, cinque ragazzini cercano invano di far decollare il loro rudimentale gioco di carta…
Sopra di loro un cielo vano, anemico quasi, sotto i loro piedi scalzi una desolata strada sterrata e la polvere. Il loro gioco agonizza a terra assieme al lungo filo senza vita. Poi passa un vecchio e si guardano sconsolati e lui capisce; passato e futuro si incontrano su quella strada, in quel segmento di mondo… Sarà lui a costruire l’aquilone; è una promessa. Le mani del vecchio sono abili, le mani di un artista; listello di legno leggero, carta rossa e azzurra leggera, sottile come una foglia… Ora rieccoli tutti insieme; i ragazzi ripartono per farlo decollare ma non trovano una corrente ascensionale. Poi fissano di nuovo il vecchio, lui accenna un sorriso; una brezza leggera e amica scompiglia le loro chiome….. E’ il momento! L’aquilone si agita a terra e in un batter d’occhio si leva in cielo, libero…. Ora tutti sorridono, ridono, corrono: presente e passato proiettati in un futuro più luminoso. Sorridono liberi, in quel momento sono liberi, accarezzano le nubi. Cercano ancora lo sguardo del vecchio, colmi di riconoscenza; lui contraccambia con un cenno e poi si eclissa nel bosco, più veloce di un aquilone….. Il suo lavoro è stato premiato.

Enrico Savoldi

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