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La strada, i preservativi e i pezzetti della nostra esistenza

Andando al lavoro a piedi, costeggiando la strada provinciale e la pista ciclabile, ti rendi, ogni giorno, conto di quanto l’inciviltà della gente porti a trovare a terra ogni qualsivoglia specie di rifiuto più o meno coscientemente abbandonato.
La fanno da padroni, come facilmente intuibile, i mozziconi di sigarette. Ma poi trovi anche fazzoletti usati e interi pacchetti di fazzoletti mai usati, pacchetti di patatine, lattine vuote e lattine ancora traboccanti di liquidi, interi sacchetti di “indifferenziata” e molto altro ancora. La mia incapacità d’indifferenza fa viaggiare la mente in ragionamenti vagamente sociologici sull’inciviltà, appunto, della gente, ma anche – perchè no – su quanto alla fine non ci accorgiamo di gettare ai bordi delle nostre strade –  e quindi delle nostre vite – dei veri e propri pezzetti del nostro esistere.
Proprio a questo pensavo oggi, quando il mio occhio mi ha portato a scorgere tra i più o meno scontati scarti di vita, una scatoletta vuota di preservativi alla frutta. Mi è scappato un sorriso. Non tanto per l’oggetto in sè, quanto per il fatto che, una volta tanto, all’inciviltà del gettare un rifiuto a terra si accosta l’atto civile di qualcuno che ha deciso – si presume – di praticare del sesso sicuro. Mi piace pensare, nelle mie propositive ispirazioni mentali, che potesse trattarsi di una giovane coppia innamorata, pronta, chissà magari per la prima volta, a dimostrarsi reciprocamente il proprio affetto. Sperando, tra l’altro, che sapessero almeno come usarli nel modo corretto quei preservativi, dato che il foglietto illustrativo si trovava proprio lì, abbandonato accanto alla scatola vuota, ai lati della strada. Oppure chissà a quali altre mille possibilità di esistenze poteva appartenere quel pezzetto gettato sulla provinciale. Ma poco importa perché, in ogni caso, è bello pensare che anche la realtà a volte possa essere positiva quanto lo sono i miei pensieri tra i rifiuti, la strada e l’erba dei campi.
Giorgio Moranda

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