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LA SALA PROFESSORI

Scheda film
• Nazione: Germania
• Anno 2023
• Genere: drammatico
• Durata 98 min
• Regia: Ìlker Çatak

Interpreti principali
• Leonie Benesch
• Michael Klammer
• Rafael Stachowiak
• Leonard Stettnisch
• Johannes Duncker

Sceneggiatura:
• Ìlker Çatak
• Johannes Duncker

Titolo originale
• Das Lehrerzimmer

INTRO
“Non dovresti respingere ciò che è accanto te, ma cercare di attraversarlo con lo sguardo”1

REVIEW
Nel 1974, a Budapest, un professore di design stava cercando un metodo didattico per insegnare ai suoi studenti la multidimensionalità, ovvero come alcuni aspetti possano rimanere veri o simili anche da prospettive diverse. Questo professore inventò un sistema che permetteva di muovere sezioni di un cubo senza smontarlo, dando vita al famoso cubo di Rubik, un rompicapo con circa 43 miliardi di miliardi di combinazioni.
All’inizio del film, la maestra Carla consegna un cubo di Rubik a Oskar, un suo allievo. Un particolare del film che può apparire secondario ne diventa l’immagine dello stesso.
Entrambi sono bravi a risolvere il rompicapo, ma avranno qualche problema nei rapporti interpersonali. La storia si svolge in una scuola superiore, dove Carla, un’insegnante al suo primo incarico, si approccia con autorevolezza e passione ai suoi studenti. Tuttavia, una serie di furti occorsi nella scuola crea tensioni, trasformando il rigore in durezza, l’autorevolezza in autoritarismo e la simpatia in arroganza. Nessuno è immune: né gli insegnanti, né gli studenti, né i genitori o il personale amministrativo. Il progetto educativo e le relazioni si deteriorano, innescando una reazione a catena di sospetti e accuse.

Decisa a fare la cosa giusta, la maestra inizia a indagare da sola. Tuttavia, il suo gesto di riprendere con la fotocamera del computer un sospetto, fatto in buona fede, si ritorce contro di lei, catapultandola in un labirinto dove giusto e sbagliato si confondono, proprio come le facce colorate del cubo di Rubik.
Con il progredire della trama, la crisi si intensifica, rivelando l’ombra dell’istituzione scolastica e trasformando il film in un’opera che riflette non solo sulla scuola, ma sul mondo intero. Le relazioni e le dinamiche di gruppo diventano un cubo di Rubik, difficile da combinare le diverse faccette così da ottenere superfici in tinta unita.2

Quindi la scuola come specchio della società dove ad ogni azione corrisponde una reazione, anche involontaria, dove i protagonisti del film più cercano di galleggiare e più affondano. Un film che può essere un thriller, con tanto di musica di sottofondo, di telecamere che seguono i personaggi richiudendoli nello formato 4:3.
E si arriva al punto finale del film che non è un punto di arrivo ma di partenza, un finale “aperto”, senza una soluzione, forse con molte e diverse interpretazioni.
Questo a rammentare il messaggio sotteso nel film per cui non conta scoprire la verità o il colpevole, l’importante è preservare un rapporto umano e di fiducia, l’unico canale di comunicazione a cui ci si dovrebbe aggrappare per far trapelare ogni forma di educazione per combattere discriminazioni, stereotipi, pregiudizi e la violenza e l‘odio che ne derivano.
Come nell’esercizio che spiega la maestra, lo 0,9 periodico è in realtà uguale a 1. Sono lo stesso numero, hanno lo stesso valore, eppure si scrivono in due modi differenti e non appaiono identici.
Non vanno cercate le risposte ma le domande. Le risposte non ci sono, né potrebbero esserci . Ma le domande che pone sono per tutti noi.

“il mondo come un garbuglio, senza attenuarne affatto l’inestricabile complessità, o per meglio dire la presenza simultanea degli elementi più eterogenei che concorrono a determinarlo»3

In ultimo riappare il cubo come metafora della vita: tentando di risolverlo si fa un viaggio, nel quale si pensa, si provano emozioni, si imboccano strade senza uscita, si scoprono cose e se ne perdono altre. Non è la destinazione finale la cosa importante, ma ciò che accade lungo la strada.

E se vedrete comparire sullo schermo un ragazzino trasportato su quella che sembra una sedia gestatoria, non credete che sia il vincitore. Non lo è e non lo può essere. Siamo in una continua riflessione su ciò che appare e ciò che è, su dove stia e se sia possibile avere una verità.

Un film che ci chiede di “abitare la complessità senza semplificazioni”4, che non lo si può capire nel dettaglio specifico ma va com-preso nella sue molteplici relazioni.

«C’è dentro tutto: semplicità, complessità, la struttura che cambia rimanendo in realtà sempre la stessa. Puoi vedere la complessità solo quando riesci a vedere il tutto, non soltanto la parte».5

 

1Etty Hillesum 2Vittorio Lingiardi, articolo del Venerdì di Repubblica 3Italo Calvino, Lezioni Americane 4 Mauro Ceruti, citazione in un intervento all’università Uilm
5 Erno Rubik, citazione dell’inventore del cubo

Plot
Carla Nowak, un’insegnante idealista, cerca di risolvere una serie di furti nella sua scuola. Un semplice gesto però provoca una reazione incontrollata che porterà a conseguenze imprevedibili e difficili da gestire anche tra i suoi alunni.

Trivia
Film debutto di Leonard Stettnisch, nel film è Oskar, il ragazzo al centro dell’attenzione
Il Cubo di Rubik è un complesso rompicapo con più di 43 miliardi di miliardi di combinazioni, un numer astronomico , per l’esattezza…
43.000.000.000.000.000.000
L’ouverture del finale del film è tratto dal “Sogno di una notte di mezza estate” di Felix Mendelssohn.
Il regista turco che vive e lavora in Germania ha scritto questo film insieme ad un suo amico, partendo da una loro comune esperienza d’infanzia in una scuola di Istanbul.

Awards
Berlin International film – 2023
Vincitore Label Europa Cinemas

Oscar – 2024
Nomination Best film not English language

German Film Awards – 2023
Vincitore Film Award in G Italo Calvino, Lezioni Americane old

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