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LA RISALITA

Qualche giorno fa ho incrociato Matteo, era raggiante, felice come non mai e mi ha salutato alzando il braccio sinistro; cosa me ne frega a me? – vi chiederete voi; vado a raccontare questa breve storia che ritengo alquanto interessante. Matteo si è presentato nella nostra azienda agricola (di cui io facevo parte fino ad un anno e mezzo fa) nel 2010, subito per il suo modo così educato, cordiale, rispettoso, sia a me, mio fratello e mio nipote, un impressione molto positiva, inoltre dimostrava una conoscenza nell’ambito delle colture agricole a dir poco sorprendente. Si intendeva di tutto, dalla semina alla irrigazione e concimazione: un’autentica enciclopedia botanica vivente. Anche lui figlio di agricoltori, dopo il diploma di perito agrario aveva dovuto cercarsi un lavoro perché l’azienda del padre era troppo piccola per garantirgli un futuro ed il Consorzio Agrario lo aveva assunto subito dopo un breve colloquio, perché ne aveva intuito la sua preparazione, come agente di zona.

Matteo non era un semplice venditore, perché lui instaurava con i suoi clienti un rapporto familiare, parlava molto anche della sua vita privata, quando ci disse che dopo molti anni di fidanzamento sarebbe andato a convivere (il matrimonio era programmato per l’anno successivo), eravamo molto felici per lui. Essendo molto altruista, faceva parte della Pro Loco del suo paese (non mancava mai ai preparativi della Festa del Pesce di Mariana Mantovana), fermo in auto al semaforo delle quattro strade di Asola.

Aveva il braccio sinistro fuori dal finestrino (il pomeriggio era molto caldo), quando all’improvviso uno scooter a folle velocità ha girato a destra centrando in pieno il suo braccio, staccandoglielo quasi completamente.
Si può solo immaginare il dolore che ha patito, accentuato ancora di più dal fatto che lui era mancino. Dopo una prima operazione (a cui si sono susseguite molte altre), ed una quarantina di giorni d’ospedale, era già in giro per le aziende agricole, si faceva accompagnare dal tecnico specializzato in zootecnia.

Poteva prendersi ancora un lungo periodo di convalescenza, ma gli sembrava di tradire le persone che avevano riposto in lui la loro fiducia, applicando i piani colturali da lui consigliati. Mi ricordo perfettamente di quel primo giorno di lavoro dopo l’incidente: Matteo era distrutto, i medici gli avevano detto che se tutto andava bene, avrebbe forse potuto muovere le dita della mano, ma i movimenti più minuti se li poteva scordare; essendo mancino stava imparando a scrivere con la mano destra, si doveva in qualche modo reinventare la sua vita, logicamente la convivenza con la sua fidanzata era stata rinviata.

Passa qualche mese, il dolore al braccio era diventato sopportabile anche senza l’uso di antidolorifici e finalmente Matteo era pronto per andare a convivere, abitare nel nido d’amore che assieme alla sua morosa avevano arredato, ma la sera prima che si coronasse il sogno, mentre stava camminando su un marciapiede ad Asola, vide sul lato opposto della strada, la sua fidanzata camminare mano nella mano assieme ad un giovanotto che sicuramente non era suo fratello. Ci sarà sicuramente una spiegazione,  ha pensato… così dopo aver attraversato la strada è andato a chiederglielo: “Matteo, mi dispiace moltissimo, ma mi sono innamorata di Luca, non riuscivo a trovare le parole per dirtelo, non volevo ferirti”. Quando ci raccontò questa triste vicenda, era semplicemente disperato, continuava a ripetere: “ma com’è possibile, abbiamo terminato di portare le ultime cose nell’appartamento il mattino del giorno prima, e lei da tempo, era già di un altro, come ha potuto dopo 6 anni di fidanzamento”.

Davanti ad un simile stato di disperazione, a me e mio nipote piangeva il cuore, cercammo di consolarlo, di scuoterlo, di tirarlo su, gli dicemmo che in fin dei conti aveva scoperto la vera identità della sua ragazza, aveva smascherato la sua personalità, non doveva tormentarsi per una persona che sicuramente non lo meritava, ed avrebbe trovato  un grande autentico amore; bisognava solo aspettare un po’ di tempo. Intanto le operazioni al braccio si susseguirono e ad un anno di distanza dall’incidente, contro ogni pronostico medico, Matteo cominciò a muovere le dita della mano talmente bene che non ebbe nessuna difficoltà a superare l’esame di guida e a riprendersi la patente (revocata dopo la menomazione al braccio).

L’impegno sul lavoro (ben oltre la paga che percepiva), hanno portato il Consorzio Agrario a promuoverlo mettendolo a capo di un’agenzia tutta sua: quando ci comunicò la sua promozione eravamo felicissimi, unica nota stonata (almeno per noi), era il fatto che la zona della bassa bresciana non era più nelle sue competenze e sarebbe stato sostituito da un altro agente.
Ci eravamo molto affezionati a questa splendida persona così aperta e dal grande cuore, ci consolò però la solenne promessa che ci fece: “una volta all’anno vengo a trovarvi, ci tengo a mantenere i contatti, così ci possiamo aggiornare su i nuovi avvenimenti”, e così fece, perché Matteo è sempre stato una persona di parola.
È da un anno e mezzo che mi sono ritirato a vita meditativa lasciando lavoro, residenza e paese natio, alla ricerca del mio io (che francamente non sto cercando con molto impegno), naturalmente faccio di frequente un giro nella mia ex azienda… ed un paio di settimane fa mio nipote mi ha messo al corrente che Matteo, non solo aveva una nuova fidanzata, ma di lì a poco sarebbe andato a convivere.

Quanto mi ha reso felice questa notizia, l’ho riferito anche a mia moglie come se la bella novella fosse toccata ad uno di famiglia. La cosa sorprendente (la vita riesce sempre a stupirci), è che domenica sera mentre assieme alla mia dolce consorte passeggiavamo ad Asola lungo Viale Belfiore, sul lato opposto della strada, abbiamo incrociato Matteo… era a braccetto di una bella ragazza, quando ci ha visto, ha alzato il braccio sinistro, apriva e chiudeva continuamente la mano, come a dire: “queste sono le dita che non avrei potuto muovere”, aveva un sorriso indescrivibile (altro che le lampade Led).
Vedere la sua grande gioia, è stato come ricevere una radiazione di benessere che difficilmente riesco a descrivere. La vita è fatta così, come le montagne russe: un continuo sali-scendi, quando si è in basso non bisogna disperare, con il tempo e la tenacia si risale.
Giordano

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