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LA LUNA E LE STELLE

Si è molto parlato del cinquantesimo anniversario dello storico sbarco dell’uomo sulla luna. Avevo 6 anni all’epoca e mi ricordo molto bene quel periodo, la televisione era arrivata da poco nella nostra cascina e mio padre era stato particolarmente colpito da questo straordinario avvenimento. Seguiva il telegiornale e tutti i suoi speciali con una attenzione maniacale; “sito sent, sito sent” continuava così quando trasmettevano qualcosa riguardante la luna.
IL 16 luglio 1969, quando il TG della sera mostrò la partenza del razzo avvenuta nel pomeriggio, mio papà era incontenibile, scattò in piedi incitando gli astronauti: dai, dai, forza ce la fanno, ce la fanno. Finito il telegiornale ebbe una brillante idea: “andiamo tutti fuori in cortile, con la gigantesca scia di fuoco che rilascia il missile si vedrà sicuramente andare verso la luna”; e così tutti fuori in mutande e canottiera a guardare il cielo stellato alla ricerca della scia di fuoco della navicella spaziale, (a pensarci adesso la cosa fa veramente ridere, però tornando indietro di cinquant’anni, è una ingenuità che si può comprendere), “papà papà, eccolo là il missile”, “ma no Giordano, quello la è il timone del carro grande, se guardi a sinistra c’è anche il carro più piccolo”; “papà, c’è anche un trattore? “Ascolta Giordano, il cielo non è una azienda agricola.” Dopo aver scrutato il cielo per mezz’ora ed aver avvistato diversi oggetti luminosi che non erano l’astronave; letteralmente sbranati dalle zanzare, decidemmo di rientrare in casa.
Dopo quattro giorni di viaggio la navicella spaziale arrivò sulla luna, era il 20 luglio 1969, l’atterraggio fu seguito in diretta praticamente da mezzo mondo, quella sera eravamo tutti davanti alla TV, mio papà non riusciva nemmeno a stare seduto dall’emozione, la mitica telecronaca di Tito Stagno passò alla storia, quando disse che l’astronave toccò il suolo lunare, tutti gridammo: “vittoria”, dopo parecchi minuti gli astronauti scesero e camminarono sulla luna, fu l’apoteosi; mio papà ridisse: <usciamo e guardiamo se si vede qualcosa sulla luna>, <nooo, per amor di Dio, go amo le trosule dell’altra volta>, rispose mia mamma. Solo mio papà ed io uscimmo ad osservare la luna, naturalmente non si vedeva niente di strano, ma dopo aver osservato bene il cielo dissi a mio padre : < il carro grande è un po’ storto, perché?>, <avrà una ruota buca>, poi cominciò a sghignazzare, (io la capii qualche anno dopo); così un po’ delusi, salutammo le nostre “amiche” zanzare e rientrammo in casa.
Gli americani andarono sulla luna altre 6 volte, portando sulla nostra terra circa 400 kg di pietre lunari; le missioni Apollo avrebbero dovuto proseguire fino alla numero 20; ma le risorse economiche dovettero essere sposate a favore dell’esercito in seguito alla guerra in Vietnam; così tutte le astronavi già costruite rimasero inutilizzate, adesso fanno parte del museo della NASA. Migliaia e migliaia di menti geniali e una montagna di soldi impiegati nelle varie missioni Apollo; ma in definitiva quali benefici hanno portato a noi comuni mortali??? Nella mia infinita ignoranza mi pongo delle domande banali: se tutte quelle risorse umane ed economiche fossero state impiegate per far sparire o diminuire la fame nel mondo, non sarebbero state utilizzate in un modo migliore? Tutt’oggi sono ancora migliaia i bambini che nascono senza avere un futuro; prima di impiegare fondi per sapere come si sta sulla luna o di quale colore è la superficie di Marte, o se lontani anni luce esistono altre forme di vita; non sarebbe meglio pensare alla vita della nostra Terra??
Al mattino, per le esigenze del mio lavoro, mi alzo sempre alle 04,00 e quando percorro gli 80 metri che separano la mia casa dalla stalla, osservo sempre il cielo, è sempre uno spettacolo meraviglioso, ma mi rattrista pensare che ognuna di quelle stelle potrebbe essere un bambino morto di fame sulla nostra terra.
Giordano

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