Infastidisce il sentire, leggere, mesi prima, sui media, giornali, televisori messaggi rivolti alla festa della mamma con lo scopo primario di vendere articoli di bellezza, bigiotteria, casalinghi. Ricordo che da piccina, assieme alla maestra Attilia Bettoni, si preparava un lavoretto da donare alla mamma. Erano fervidi i lavori, in silenzio, laboriosi, sotto il fedele sguardo dell’insegnante ci si metteva in gioco, creando articoli dai toni colorati, decorati con pasta, fili di lana, spago, poesie. Uno in particolare mi aveva affascinato. Era l’immagine della Vergine tratteggiato con puntine dorate, passate con filo bianco che regalava all’immagine trame fiorite. Un foglio di carta dorata ed un fiocco bianco lo avvolgeva come tenera carezza.
A ciascuna di loro mi rivolgo nei momenti di gioia, di difficoltà e di stanchezza o di sconforto.
Nella quiete di notti inquiete, mentre solco i passi di un monaco insonne, a loro mi oriento chiedendo una via, soluzione, possibilità.
A gran voce, alle mie mamme, voglio rivolgere un grazie, un pensiero dolce dolce, una carezza fonda fonda, un rintocco di campana dal timbro allegro e spensierato.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste