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La fame

Un cane ululava in preda ai morsi della fame dirigendo la sua preghiera verso uno stupa buddista,cercando consolazione tra gli stenti. Le scimmie anche loro devono accontentarsi dell’erbetta che cresce in mezzo alle rovine dei templi…ma sono sempre più fortunate dei cani,pieni di malattie e tristezza abbandonati a sé stessi senza nessuno che se ne occupi. Tanta la gente che chiede soldi,che cerca di vendere qualcosa,spesso oggetti inutili,tanti i bambini che accompagnano madri stanche e troppo giovani per accudirli da sole. Ciechi camminano a tentoni per raggiungere un luogo in cui cantare per ricevere qualche moneta,sempre troppi gli sguardi indifferenti di chi invece può vedere. La fame quella vera che non è solo la prima pagina della cronaca nera,ma che sfila ogni giorno davanti agli occhi sfacciata e impudente,sempre uguale solo le facce cambiano. Muri di litanie sfogliano le bocche ma nessuna che faccia un sorriso verso chi non ha niente. Nemmeno i denti per mangiare quel cibo che non c’è! Comprano fiori per il Budda ma non sfiorano nemmeno col pensiero i poveracci lungo il sentiero, fatti di pelle e ossa di cani sfiniti e donne che non sanno più cosa fare della propria vita.
Per noi seduti sul trono dei vizi e capricci troppo facile aprire il rubinetto e dimenticarselo acceso quando ci si lava i denti, il consumare il cibo buttandolo anche quando è ancora buono. Chi al ristorante ha mai pensato di chiedere di portare a casa ciò che avanza? Scandaloso vero? Eppure umano e sensato per chi ha a cuore chi soffre perché ogni nostro gesto si ripercuote su chi non ha niente magari all’altro capo del mondo e non servono discorsi che ci fanno credere di non essere responsabili…nel nostro piccolo TUTTI lo siamo. Ma se si avesse questa consapevolezza si conoscerebbe la parola RISPETTO, la quale è molto bistrattata ultimamente. Non è possibile che in questo secolo ci sia chi ha tutto e chi davvero niente, chi si permette di sprecare senza pensarci e chi è costretto a raccogliere gli avanzi quando ci sono. C’è forse bisogno di venire nel terzo mondo x capire???Eppure dico io,qual è il terzo mondo? Noi o loro? Loro che hanno molto meno ma non hanno perso il sorriso…o noi che abbiamo tutto e troppo ma non sorridiamo più? Abbiamo relegato i sogni belli nello scantinato o forse ancor più in basso! Non ci vergogniamo neanche più perché la vergogna si prova finché c’è coscienza noi l’abbiamo ancora una coscienza?! Avere troppo significa rubare e non siamo migliori piu noi di loro per permetterci di togliere il dovuto e il giusto per i nostri comodi. Chissà quando e se mai lo capiremo. Intanto le ere passano e le ingiustizie restano. Mi auguro di aver fatto riflettere tutti e anche qualcuno in più. Ogni volta che state per cadere nella tentazione dello spreco anche se involontario riflettete su questo. Grazie un abbraccio.:-)
Laura casarini

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