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Intervista a Giovanna Fracassi, una donna fortunata

di Laura Gorini

Scrivere è un aprirsi all’altro

Ama profondamente non solo scrivere ma anche leggere fin da piccola la brava Giovanna Fracassi. Ha all’attivo numerose pubblicazioni dove ha esplorato molti generi letterari. La sua ultima opera si intitola “Lettere a Sofia”. La scrittrice, nel corso di questa chiacchierata, ci ha aperto il suo cuore di artista, lettrice, madre e insegnante.

Giovanna, com’è avvenuto il tuo primo incontro con la scrittura?

La scrittura è stata per me una naturale compagna della lettura. Leggere molto fin da bambina mi invogliava a scrivere a mia volta poesie, racconti, a immaginare storie e avventure che poi abbozzavo.

Nella tua famiglia si è sempre letto molto. Ma quale è stato il primo libro che ti ha appassionato in particolare?

Mio padre, quando ero una bambina, mi regalava quasi ogni giorno un libro tra i classici della letteratura. Così ho letto tutti i testi di Salgari e di Verne. Credo che siano stati proprio questi libri ricchi di avventure, paesaggi e personaggi indimenticabili così capaci di tratteggiare i caratteri e le peculiarità dell’animo umano, indagatori dei moti del bene e del male ad appassionarmi alla lettura fin da giovanissima. Non c’è un solo libro quindi, piuttosto intere collane che mi “rapivano” letteralmente per interi pomeriggi.

Ti è capitato di riprenderlo in mano di recente? E se sì che effetto ti ha fatto?

Non solo custodisco religiosamente quei libri in edizioni datate, che rappresentano per me dei ricordi non solo letterari ma soprattutto affettivi, ma anche negli ultimi anni li ho comprati in edizioni più o meno prestigiose. Mi ripropongo sempre di rileggerli tutti e nel frattempo li sfoglio, leggo qualche brano qua e là e ritrovo subito la magia che m’incantava e m’incuriosiva da bambina. Un tuffo nella mia infanzia letteraria e non, quindi sempre molta emozione e una struggente nostalgia per quel mio mondo, i miei affetti ormai scomparsi, per quella me bambina con tutta la vita da scoprire.

La tua passione per la scrittura e la letteratura ha trovato ampio sfogo nei tuoi studi e nella tua professione. Quanto ti senti appagata e realizzata come persona?

Mi ritengo una donna molto fortunata perché ho potuto coltivare i miei interessi principali in armonia con la mia professione di insegnante e con il mio ruolo di madre. Scrivere, insegnare, essere genitore sono tre componenti della mia esistenza perfettamente integrati, ognuna ha sostanziato e sostenuto le altre in una splendida sinergia che mi ha fatto sentire completa come persona e soprattutto, lo ripeto come donna.

Scrivere può realmente aiutarci a conoscere meglio non solo noi stessi ma anche gli altri?

Scrivere è un aprirsi all’altro sia nel senso di svelarsi sia nel senso di immedesimarsi; si può scrivere un racconto, una storia se si riesce ad entrare in empatia con sentimenti, con le emozioni degli altri, se si immagina come può essere la loro vita, il perché delle loro scelte, dei loro sbagli, l’impatto che i capricci del destino può avere avuto o ha sulla loro esistenza. In fondo la fantasia dello scrittore si nutre della realtà.

E la lettura?

Leggere significa per me aprirmi ad altri mondi di significato, ad altre esperienze, “conoscere” persone reali, come nel caso delle biografie e delle autobiografie, o immaginarie ma ugualmente riconducibili a situazioni e a esseri verosimili. Quando si legge si cerca, più o meno consapevolmente, di ritrovarsi, di specchiarsi in una riflessione, in un sentimento, in un’emozione o addirittura in un’ esperienza, in un desiderio. Leggere stimola molto all’introspezione, aiuta a confrontarci con vite, personaggi, situazioni, storie che possono indurci a farci nuove domande o magari a trovare risposte a quelle che ci poniamo. Grazie a tutto questo entriamo in rapporto con ciò che leggiamo, in uno scambio interessantissimo e di forte impatto emotivo, affettivo oltre che conoscitivo. Leggere è un’esperienza individuale ma anche corale nel momento in cui non siamo i soli a leggere quel testo, ma possiamo condividerlo con altri, magari anche confrontarci. In certi casi poi è addirittura possibile avere un contatto diretto con chi lo ha scritto ottenendo così altre informazioni, altre indicazioni, altre suggestioni.

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