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Intervista a Chiara Taormina, “io e il mio amore per il fantasy”

di Laura Gorini

Il fantasy è sempre stato un rifugio, un modo per esplorare mondi nuovi e dare forma all’immaginazione senza limiti

Solare, dolce e profonda ma anche pronta a esplorare più generi letterari con la sua fervida penna. Chiara Taormina in questa veloce chiacchierata a cuore aperto ci parla del suo grande amore per il fantasy, per la poesia e per molto altro ancora.

Chiara, tu sui Social, dove sei parecchio attiva, hai dichiarato senza tanti giri di parole il tuo grande amore per il fantasy. Ti ricordi come è nato?

Assolutamente sì, e credo che come ogni grande amore, sia nato in modo naturale e spontaneo. Fin da bambina, sono sempre stata attratta dalle storie che andavano oltre la realtà, che mescolavano magia, avventura e mistero. Ho iniziato con i classici, poi sono arrivati i grandi autori del fantasy moderno, e a quel punto ero già perdutamente innamorata del genere. Per me, il fantasy è sempre stato un rifugio, un modo per esplorare mondi nuovi e dare forma all’immaginazione senza limiti.

Oggigiorno però i generi letterari non sono più così netti. Non per nulla si parla di miscellanee di stili e non solo. Come si può dunque non perdersi in quello che per molti sta diventando un autentico marasma?

È vero, oggi i confini tra i generi sono sempre più sfumati, e questo da un lato è una grande opportunità, dall’altro può creare confusione. Io credo che l’importante sia avere sempre chiaro il cuore della storia che si vuole raccontare. Non serve etichettarla rigidamente, ma bisogna mantenere coerenza nel tono, nell’atmosfera e nelle tematiche principali. Mischiare gli stili può arricchire un romanzo, ma bisogna farlo con consapevolezza, senza perdere di vista l’identità della storia.

Cosa più importante è però sapersi differenziare. Il segreto per riuscirci secondo te?

Essere autentici. Oggi si tende a seguire le mode, ma ciò che davvero fa la differenza è la voce personale di uno scrittore. Non è tanto la trama in sé a rendere unica una storia, ma il modo in cui viene raccontata, la profondità dei personaggi, il messaggio che trasmette. Scrivere qualcosa che ci rappresenti davvero, senza forzature, è il modo migliore per distinguersi.

Tu hai deciso anche di dedicarti alla poesia. Questa è da vedersi come una parentesi o credi che darai alle stampe altre sillogi poetiche?

La poesia per me non è mai stata una parentesi, ma un’espressione fondamentale del mio modo di scrivere. È un linguaggio diverso dalla prosa, più intimo e immediato, e mi permette di esplorare emozioni in modo più diretto. Sicuramente continuerò a scrivere poesie e, chissà, in futuro potrebbe arrivare una nuova silloge.

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