Lettera indirizzata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Alla C.A. del Ministro Andrea Orlando
Buongiorno, siamo una famiglia di Remedello (Bs), che convive da oltre vent’anni con una malattia genetica rara che la colpito la nostra primogenita Vittoria. Abbiamo in tutti questi anni camminato fianco a fianco con le istituzioni locali e nazionali allo scopo di costruire opportunità di vita per nostra figlia. Nello Stato, seppur lottando, abbiamo sempre trovato ascolto e comprensione, una mano tesa. Quello che proviamo adesso, è profondo disagio, per una serie di normative, leggi, emendamenti che stanno mettendo a repentaglio, abolendo diritti acquisiti nel tempo.
Oltre a Vittoria con noi anche Celeste di 10 anni per la quale si spera, come ogni genitore, di poterla affidare ad un sistema nazionale con principi saldi che meriti fiducia e rispetto.
Da marzo 2022 è entrato in vigore l’assegno unico che ha “abbracciato”, negli spot pubblicitari viene usato il termine “assorbito”, infinite agevolazioni ed aiuti avente la presunzione di garantire alle famiglie potere d’acquisto, forza, supporto e dignità.
Nella nostra famiglia, una fra le mille famiglie italiane, lavora solo mio marito come operaio; io mi dedico interamente alla gestione casalinga, dei figli e della ragazza fragile. Abbiamo negli ultimi anni vissuto sulla pelle la pandemia, scelto il vaccino ed il restare in casa per tutelare la vita. Stiamo ora vivendo una guerra che forse neppure ci appartiene ma che ha visto crescere i prezzi dei beni alimentari di prima necessità, delle utenze e dei carburanti in maniera spropositata. Come ciliegina sulla torta l’introduzione di un assegno unico che “non ha abbracciato”, “non ha assorbito” ma “ha eliminato” le detrazione per i figli riducendole ad una manciata di polvere.
Mi sono rivolta al call center dell’Inps locale a loro esponendo ammanchi di denaro in busta paga, dubbi, incertezze e se possibile esporre una lamentela, a chi? Con rammarico mi è stato accennato di un “cervellone” che analizza i dati pervenuti per poi calcolare l’entità della cifra spettante.

La tecnologia ha fatto questo all’uomo?
Ci viene negata l’opportunità di conferire con un nostro simile, un essere umano?
La situazione pandemica ha visto mettere in atto da parte del governo misure di supporto ai cittadini quali il reddito di cittadinanza che via via sfumando l’emergenza ha fatto dei destinatari individui non desiderosi di avere un’occupazione ma di starsene tranquillamente in poltrona in attesa dell’assegno mensile.
Di disagio e di disappunto voglio vergare questi righi per una serie di circostanze che vedono diritti messi allo sbaraglio; ingiustizie, mancanze.
Quello che mi disturba è il non vedere, il non sentire, la voce, l’urlo delle migliaia di famiglie con figli disabili gravi a carico nascosti dietro silenzi che sanno di sottomissione, di disuguaglianza, incapaci o non desiderosi di pretendere ascolto, di far sentire il disagio, la preoccupazione per una serie di eventi e modi di pensiero che stanno mettendo a soqquadro il futuro dei disabili.
A chetichella, hanno sovraffollato piazze, causato danni, provocati lesioni, chi, in nome di una libertà, mai posseduta, ha voluto mettersi in mostra per protestare contro il vaccino covid; urlando oltremisura. Forse, la morte o la sofferenza, non ha toccato un loro caro? Puro egoismo? Nessuno di loro aveva, come noi, un figlio fragile per il quale essere contagiato avrebbe significato morte sicura? Siamo una famiglia di quattro persone a cui è stato negato, a priori, senza alcune spiegazione, in sordina, il diritto alle detrazioni famigliari in busta paga conquistate nel corso della storia. Ringraziando per l’ascolto,con la presente chiedo la possibilità che la normativa possa essere rivisitata, per andare realmente incontro alle famiglie, ai bisogni del cittadino.
Con la presente chiedo di rivedere gli importi adeguandoli a quanto dovrebbe spettare concretamente. Con la presente chiedo colloquio verbale, da cittadino a cittadino, da semplice cittadino a rappresentante scelto dai cittadini.
DEL VECCHIO MILENA
