Fra le mani, mia madre
nella giovinezza
stringeva spighette
piccole, dorate, spigolose
le carezzava, ginnandole.
D’incanto, si faceva bambina
per antri e per zolle
il passo faceva arrancare
sino a giungere
la dove, il sole nasce
sin dove, l’eterno si mesce con il presente.
Fantasie minute
mute, zittite
da candore velato
riannodavano
spazio e tempo.
Io piccina, daccanto
rimiravo, l’astro morente
farsi, piccino piccino.
Milena, la mamma di Vittoria e di Celeste