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IMPARATE DALLA VITE

Proprio in mezzo ad una strada, un mattino, comparve una grossa pietra. Era decisamente visibile e ingombrante: gli automobilisti cominciarono a girarle intorno per evitarla. Dovevano frenare, mettersi in coda, ma lo facevano brontolando e suonando il clacson. Alle undici del mattino si era già formato un corteo di cittadini che protestavano davanti al municipio, a mezzogiorno i sindacati annunciarono uno sciopero di tre giorni e tutti gli studenti scesero in piazza per dimostrare. Alle quattro del pomeriggio gli indignati occuparono la piazza principale e Striscia la notizia mandò i suoi inviati a casa dell’assessore. Nacque immediatamente il movimento “No Sass”. Alle diciotto, passò sulla strada un venditore ambulante di verdura con il suo camioncino sgangherato. Si fermò a lato della strada con i lampeggianti accesi e collocò diligentemente il triangolo rosso a distanza di sicurezza per avvertire gli automobilisti. Poi cominciò a tentare di rimuovere il masso. Dopo molta fatica e sudore riuscì finalmente a muovere la pietra spostandola al bordo della strada. Mentre tornava verso il suo camioncino notò che c’era una grossa busta attaccata alla pietra, sul lato che prima poggiava sull’asfalto. La busta conteneva un grosso assegno e una lettera con l’intestazione della più importante industria del Paese che diceva che l’assegno era per la persona che avesse rimosso la pietra dalla strada, con annessa l’offerta per l’incarico di vicepresidente esecutivo della Compagnia. Il venditore ambulante imparò quello che molti oggi neanche comprendono: “Tutti gli ostacoli e le crisi sono un’opportunità per migliorare la nostra condizione”. Il filosofo Arthur Schopenhauer diceva: «La gente comune si preoccupa unicamente di passare il tempo, chi ha un qualche talento pensa invece a utilizzarlo». Dunque, è ora di mettersi all’opera: i giovani sono pieni di talenti che chiedono solo di essere scoperti e utilizzati. Ora è il tempo dei creativi, che non sono i buffi inventori di roba strampalata, ma le persone serie che hanno una visione e creano lavoro per sé e per gli altri. Nonostante tutte le difficoltà. Nella sala d’ingresso di un’industria vinicola famosa in tutto il mondo sono esposte alcune rocce. «Cosa sono?» ho domandato. «Sono pezzi del calcare che costituisce il terreno della zona», mi hanno risposto con orgoglio. «Per poter sopravvivere in un terreno ghiaioso, le radici delle viti devono faticare molto per raggiungere l’acqua; di conseguenza i grappoli hanno un sapore più intenso e, come ogni produttore sa bene, un buon vino inizia da una buona uva.» Lo stress non è piacevole, ma sono convinto che la forza che agisce sulle viti possa scatenare la medesima alchimia anche su un’intera generazione di giovani professionisti.

Bruno Ferrero

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