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IL VELENO DELL’ECONOMIA

Origine della tossina economica che asfissia aziende e cittadini: la disoccupazione

Fallimenti, disoccupazione, suicidi: fenomeni sempre più diffusi sul nostro territorio e non solo. Siamo dunque al centro di una spirale recessiva che tutti subiamo, tutti intuiamo, senza vederne la fine. Il processo comincia con una diminuzione dei profitti delle aziende che porta a licenziamenti, i quali, togliendo reddito a una fetta della popolazione, riducono la domanda di beni e servizi diminuendo ulteriormente i profitti delle imprese ed innescando la spirale.

In questo contesto le banche, impaurite dai profitti calanti, prestano sempre meno accelerando il fenomeno che rapidamente porta a disoccupazione e fallimenti di massa.

Ma da cosa dipende esattamente la disoccupazione? La disoccupazione dipende da un’insufficiente domanda aggregata di beni e servizi: dal momento che i beni e i servizi prodotti non vengono acquistati, le aziende sono obbligate a ridurre la produzione e a licenziare. Ci sono diverse ragioni che portano ad una domanda insufficiente. L’aumento della propensione al risparmio e l’eccessiva tassazione sono solo due di queste.

E’ importante sottolineare che in un contesto recessivo tutti i soggetti economici privati (cittadini, imprese e banche) favoriscono la recessione a causa dei loro comportamenti.

L’unico soggetto che può intervenire per invertire la spirale aumentando la domanda aggregata, modulando tasse e spesa pubblica, è lo Stato a moneta sovrana: potendo aumentare la domanda di beni e servizi, diminuendo le tasse o aumentando la spesa pubblica, lo Stato emettitore della propria valuta può garantire la piena occupazione.

Questo perchè?

Immaginiamo un contenitore nel quale ci siano aziende, banche private e cittadini. Se l’azienda guadagna 50 è perchè un cittadino o un’altra azienda ha speso 50 e viceversa. Quindi la ricchezza che gira all’interno del contenitore non potrà mai aumentare proprio perchè, come detto sopra, il guadagno di qualcuno è la spesa di qualcun altro.

Si evince che l’unico modo per aumentare la ricchezza all’interno del contenitore, arricchendo quindi aziende e cittadini, sia quello di avere un’entità esterna, lo Stato, che spende più di quanto incassa.

Quindi, se la spesa a deficit è il segreto del profitto privato, significa che il debito pubblico è il credito dei cittadini, la sola cosa che gli dia la possibilità di risparmiare.

Il problema è che una spesa a deficit può essere affrontata senza problemi solo da uno Stato che emette la propria moneta. In questo contesto il debito pubblico è solo una scrittura contabile che registra quanta moneta lo Stato ha emesso. E’ un debito che lo Stato ha con se stesso e che, di conseguenza, non deve essere ripagato. Questo però non è il caso dell’Italia attuale, la quale non emette la propria moneta e ha un debito pubblico denominato in una valuta straniera, l’Euro. 

L’Italia è quindi costretta ad adottare politiche di austerità, che non possono che peggiorare le cose!

Ivan Invernizzi

ass. Bergamo Economia MeMMT

lombardiaest@memmt.info

facebook: Bergamo Economia MEmmt

 

“La disoccupazione 

è un crimine contro l’umanità”

Warren Mosler, economista

 

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