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IL SENSO DI RESPONSABILITA’ CHE NON C’E’

Abbiamo sentito dire, svariate volte e nelle più diverse occasioni, dai nostri politici la frase: “Ha prevalso il senso di responsabilità”. Quindi la domanda sorge spontanea. Sarebbe questa l’idea che avete di responsabilità? Cercare un accordo tra tre forze (perché è del “trio” A.B.C., anche conosciuti come Alfano, Bersani, Casini, che si parla) che hanno mostrato davanti a tutti di non riuscire ad essere in sintonia per un singolo argomento in passato, mentre ora con il Governo dei tecnici si riesce a trovare un punto in cui tutte le equazioni si bilanciano. O, almeno, questo è ciò che vogliono farci credere. In realtà è più una sorta di compromesso per non intaccare i fragili equilibri della politica, ormai sempre più oscurata da vicende finanziarie di dubbia natura, su cui, inoltre, aleggia lo spettro dell’anticasta, con la fiducia nei confronti dei partiti che scende sempre più. Le vicende attraversano il mondo politico da una parte all’altra senza distinzione alcuna, che sia destra o sinistra poco importa. Il comune denominatore è uno solo: il denaro, il nostro, per l’esattezza. I tributi che i cittadini sono costantemente chiamati a versare nelle casse dell’Erario finiscono anche nei conti correnti dei partiti, tramite i famigerati “rimborsi elettorali”. Definiti così in via ufficiale dopo il referendum del 1993 che aboliva, per volontà del popolo sovrano, il finanziamento pubblico ai partiti, si è aggirato quanto disposto semplicemente cambiandone il nome. Ciò che, però, ha scatenato maggiormente l’indignazione dell’opinione pubblica è stata la reale quantità di denaro incassata dai partiti a fronte delle spese. Si parla del doppio o del triplo di quanto accertato. Da qui, poi, il denaro partiva per destinazioni lontane e che avevano ben poco a che vedere con il mondo politico. Dalla Tanzania per la Lega, alle vacanze e le cene di Lusi, l’acquisto di immobili, la lista sarebbe, probabilmente, molto lunga e non piacevole per chi legge, per chi vorrebbe avere cento euro in più alla fine del mese, mentre si ritrova ad essere in cassa integrazione, e spera di riprendere a lavorare al più presto. Lavorare sul serio, però. Di fronte a questi casi, dov’è il senso di responsabilità dei nostri parlamentari? Si sono affrettati a dire che ci saranno norme più severe, bilanci certificati, ma nessuno ha parlato di tagli. Gli unici tagli sono fatti ai bilanci delle famiglie, delle imprese, dei giovani, dei pensionati. La politica sembra essere immune alla crisi, forse perché sopravvive con il denaro di qualcun altro. Si sono affrettati a cercare i capri espiatori, condannarli pubblicamente, espellerli dai partiti. Dov’è il senso di responsabilità quando si parla di corruzione? E’ stato stimato in 60 miliardi di euro il costo della corruzione per il nostro Paese. Il Senato della Repubblica ha approvato dopo 13 anni (TREDICI ANNI) la Convenzione di Strasburgo, che impegnerebbe il nostro Paese ad introdurre norme penali contro questo tipo di reato, anche se durante gli anni sono comunque state introdotte alcune norme in merito. Il Premier Monti auspicava che questo periodo di transizione riavvicinasse il popolo alla politica: impresa sempre più ardua, soprattutto se la classe in questione continua a nascondersi dietro lo spettro della crisi per non assumersi delle responsabilità che la riguardano direttamente. Mancanza di idee e di riforme, favoritismi, corruzione, i tempi della giustizia che prima o poi rischia di collassare, la mancanza di una seria agenda digitale, infrastrutture carenti e inadeguate, burocrazia pesante e intollerabile, gestione antieconomica di denaro pubblico, opere pubbliche avviate e mai terminate, aziende pubbliche il cui unico scopo è mantenere chi non è stato rieletto, sanità con buchi di bilancio infiniti, pagamenti alle imprese da parte della P.A. con tempi lunghissimi, prodotti non tutelati; dov’è il senso di responsabilità della nostra classe politica quando si parla di questi temi? Ci sono volti che vediamo nelle aule di Senato e Camera da 20 anni. Sempre gli stessi, con le stesse frasi, le stesse idee immobili, eppure sempre lì. Forse con un briciolo di coscienza avrebbero potuto ammettere di non aver fatto abbastanza, di non essere all’altezza del ruolo che ricoprono, ma i benefit derivanti dalla loro posizione cancellano qualsiasi esitazione. Mostrateci il vostro senso di responsabilità. Questo non lo è nemmeno lontanamente.

P.B.

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