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Il razzismo è malattia mentale

Ragazzi vengo subito al punto: il razzismo è uno schifo. Il razzismo è il peggio del peggio di cui è capace l’essere umano. Fa schifo. Puzza. Il razzismo è merda, il razzismo è stupido, è pavido, il razzismo è malattia mentale, è infettivo, è pigro, è svogliato, è poco intraprendente, cerca la protezione dei propri simili perché è insulso, è ignorante, è comodo, è vigliacco. I leader politici che legittimano i pensieri e i comportamenti razzisti si prendono una grossa responsabilità civile di fronte alla storia ma poi ognuno deve rispondere delle proprie azioni, è comodo prendersela sempre con qualcun altro. Ultrà? Che significa ultrà? Perché i mezzi di informazione usano questa parola poco precisa e vagamente assolutoria, come se fosse una cosa da ragazzi un po’ agitati ? Come se ci fosse di mezzo il tifo calcistico, ma che c’entra? Io se sento dire ultrá mi confondo, ultrá non è un’idea, è un recinto troppo vago, accontenta tutti, “quello è un ultrà allora non mi riguarda, è malavita ordinaria” viene da pensare, e invece il razzismo ha tante facce, a volte anche molto presentabili e fotogeniche. Quello che provo dopo un omicidio di stampo razzista come quello di ieri lungo le strade di una cittadina come la mia è un sentimento più complesso, che ha radici nella povertà di visioni, nella paura antica del diverso, nel complesso di inferiorità nei confronti di un mondo che comunque ha il coraggio di mettersi in marcia, di prendersi dei rischi veri, sapendo che sarà discriminato, che ci saranno battute, battute di spirito e battute di caccia. Il razzismo esiste, non si può fare finta, bisogna ripartire dai fondamentali, è necessario parlarne ai bambini, raccontargli che il mondo deve poter essere un luogo libero per le persone. Le frontiere non sono una conquista, abbatterle lo è. Non mi piace l’Italia del sorrisino stampato in faccia quando si parla di razzismo, quella del tanto peggio tanto meglio, quella che generalizza, quella che minimizza le questioni, quella che si divide sempre su tutto, quella sempre con il dito puntato, quella qualunquista, quella che usa due o tre aggettivi per definire le cose e gli stati d’animo. Quella che nella politica di sfoga, in rete si sfoga, per strada si sfoga, di fronte a ciò che non riesce a capire si sfoga, si sfoga sempre, ha sempre bisogno di sfogarsi, ma che cazzo c’è da sfogare? La rabbia, la frustrazione, la difficoltà a immaginare un futuro e ad immaginarsi nel futuro non si risolve “sfogandosi”, questo di sicuro, ma anzi è sempre peggio. Il razzismo è un pensiero al ribasso, è una vita al ribasso, rasoterra, sottoterra, un inferno. Il voto dei razzisti fa comodo a qualcuno, ma un paese dove serpeggia il razzismo produce morte e dolore. Si può sempre fare qualcosa però, ognuno, insegnare ai bimbi partendo dal linguaggio e dalle storie, cercare storie, non generalizzare. Non esistono bianchi e neri, esistono persone, culture, problemi, risorse, talenti, lingue, storie. Non siamo tutti uguali, siamo tutti diversi, e questa è solo una cosa positiva. Ma perché la diversità non incuriosisce? Perché la varietà, la diversità non vengono vissute come un dono a se stessi e agli altri? Riposa in pace Signor Emmanuel Chidi Namdi , e hai fatto bene a tentare di difendere la tua donna dagli insulti di una razzista, hai tutta la mia ammirazione. Ciao, scusate lo “sfogo”. Lorenzo Jovanotti Cherubini Pagina Facebook

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