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IL POSTO FISSO… CHE MONOTONIA…

“Il posto fisso, che monotonia”. – lo ha detto il professor Monti. Nel momento in cui l’ISTAT ha certificato la disoccupazione di un giovane su tre nasce in me il dubbio ormai certo che nessuno al potere ha la minima idea di come vivono o non vivono le due o tre generazioni italiane colpite. Non si può pretendere che i giovani per tutta la loro vita viaggino tra un posto all’altro come se fosse un bellissimo viaggo alla ricerca di un non son che… Anche perchè è abbastanza che uno di loro vada in una qualsiasi banca a chiedere un prestito o un mutuo e la prima cosa che gli viene chiesto è: ha un posto fisso? Mi sa molto da presa in giro anche se questa situazione delicata dovevamo prima o poi viverla peccato che a pagare sono sempre gli stessi: NOI! D’altra parte lo ha detto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “non escludo che dalla crisi l’Italia possa uscire materialmente impoverita ma l’importante è che esca più sobria e più giusta”. Non si può continuare a vivere al di sopra delle proprie possibilità, come è avvenuto, anche se ciò non vale per tutti i ceti sociali. Molto deve cambiare, non solo rispetto a 40 anni fa, ma anche a 20 anni fa, nei comportamenti” Parole sante che però non trovano esempi pratici soprattutto dei soliti noti: i politici. La farsa del taglio di 1.300 € lordi mensili, circa 700 €. netti ne è un esempio eclatante. Alla fine col passaggio al regime contributivo questa è esattamente la cifra che deputati e senatori si sarebbero trovati in aggiunta allo stipendio come risparmio sulle tasse, quindi difatti la busta paga rimane la stessa di prima. Per quanto riguarda la voce di stipedio inerente ai collaboratori, al deputato vengono ancora riconosciuti 3.690 euro lordi di rimborso mensile, solo che ora, invece di essere un forfait, deve essere giustificato almeno il 50% di tale somma con regolare rendicontazione. COME SI FA A NON DIRE NULLA? COME SI FA?

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