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IL NOSTRO MALE? L’APPARENZA!

Non c’è grande stima per l’essere umano in questo articolo… dettato dal fatto che ogni giorno accadono fatti ignobili che ad una persona “normale” non verrebbero in mente neppure nell’anticamera del cervello.

Picchiato a morte da 6 minori e 2 maggiorenni (calci e pugni senza motivo)

Mamma narcotizza il figlio per tentare di ucciderlo. Fortunatamente viene salvato dalle forze dell’ordine.

Maltrattamenti su bimbi alle elementari da parte della maestra.

Stupro di gruppo con immagini riprese tramite telefono.

Finanziere accoltella la compagna e poi si uccide.

Aggredita in ospedale perchè russa: muore una donna di 64 anni.

Il pianto disturba la coppia appartata in auto: madre uccide figlio di due anni.

Ma di cosa stiamo parlando?
Questi dis-umani non sono persone qualunque… ma siamo NOI, il vicino di casa, l’amico, lo zio, il nonno. Persone che compiono atti del genere dovrebbero essere condannate ai lavori forzati fino alla morte con pane e acqua. MA IL DONO DELLA VITA CONTA ANCORA QUALCOSA?
Una domanda che ci chiediamo in pochi, impegnati a fare selfie e postare sui social la nostra bella e superficiale vita alla ricerca di un modo nuovo per distinguerci, pronti a criticare senza argomentare. Siamo crollati mentalmente… non abbiamo punti di riferimento se non quello della bella vita, dell’apparenza…
Chissenefrega se dentro siamo vuoti…
Anch’io faccio sempre più fatica a dare il buon esempio sia nei gesti che nelle parole… perchè ci troviamo inscatolati in questa società arida di cuore e ne veniamo inevitabilmente contaminati. Ti trovi ad aiutare una persona e questa invece di ringraziarti approfitta della tua generosità, cerchi di infondere nei figli il senso della civiltà, del rispetto che inizia dalle piccole cose: per fare del male non serve uccidere, basta gettare un pezzo di carta in un prato. Fu la prima frase che scrissi 25 anni fa su questa rivista ed è attuale più che mai! Anche se non è facile non bisogna fare di tutte le erbe un fascio: ci sono persone meravigliose al mondo che cercano ogni giorno, con il loro impegno di migliorare questo nostro pazzo mondo. Sappiamo bene che ciò che fanno non è che una goccia nell’oceano. Ma se, rubando le parole di Madre Teresa di Calcutta, questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe.
Importante non è ciò che facciamo, ma quanto amore mettiamo in ciò che facciamo; bisogna fare piccole cose con grande amore. Lasciar perdere le invidie, l’egoismo, il ciarlatare inutilmente offrendo a chi ci sta accando, compagna o amico che sia, momenti piacevoli di riflessione, gesti d’affetto che tanto mancano ai giorni nostri. Ci si manda i baci e gli abbracci tramite smartphone… poi ci si incontra e non ci si saluta nemmeno.
Ci rendiamo conto che la vita surreale ha sostituito la nostra offrendoci cosa? Amore? Amicizia? Affetto? Magari in qualche caso possono avere anche aiutato i social ma poi… scappiamo via, troviamoci subito insieme, faccia a faccia, mano nella mano e se incrociamo una lattina per terra.. fermiamoci a raccoglierla! Un ottimo esempio da dare ai nostri figli e a chiunque osservi la scena.
Qualcuno potrebbe dire che sono gesti banali che non servono a nulla… cerchiamo di fargli capire che non è così!
Gianluca Boffetti

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