Quando si cresce un figlio, si sa che un giorno lascerà il nido familiare per costruirsene una propria ma non si è mai pronti o preparati ad affrontare questo terribile distacco. Era da qualche giorno che mia figlia portava scatoloni nella casa del suo grande amore, ma sapendo che i mobili non glieli avevano ancora consegnati, ero convinto che il Natale lo passasse ancora assieme a noi, invece un brutto pomeriggio mi dice: ”Papy mi aiuti a portare questi due cartoni in macchina?” – “Certo”, poi chiude il baule e mi fa: ”Papà io da questa sera dormo nella nostra casa con Andrea” – “Ma se non hai i mobili” – “E’ da due giorni che ce li hanno consegnati”, poi mi stringe forte, mi da un bacione e parte, ed io rimango lì in piedi come un babbeo guardando la sua auto che si allontana.
Ho preso una tale batosta che neanche una bastonata con un palo di robinia mi avrebbe fatto più male; mentre le prime lacrime cominciavano a scendermi, pensavo: “Non posso andare in casa a farmi vedere da mia moglie e mia madre a piangere”, così feci dietro front indirizzandomi verso la cascina, ma ci vollero almeno due minuti prima che il cervello convincesse le gambe a muoversi.
Appena varcata la soglia del cascinale, sono scoppiato in lacrime come un bambino il primo giorno di asilo, ho avuto i crampi allo stomaco per tutto il giorno. Come se questo dispiacere non bastasse, il giorno dopo se n’è andato pure mio padre, lui però è andato ad abitare in un posto irraggiungibile, impalpabile (anche se dimora sempre nel mio cuore); unico piccolo sollievo, il sapere che per lo meno il suo indicibile disumano Calvario era terminato.
Come si può ben intuire, sono caduto in una voragine di dolore: c’è voluto parecchio tempo prima che me ne facessi una ragione e ritrovassi il mio equilibrio, ma poi (aiutato molto da mia moglie) ho superato il brutto periodo, le persone che ci vogliono bene, sono i Guard Rail della nostra vita, ci aiutano a stare in strada nei momenti difficili.
Adesso a distanza di due anni dal brutto giorno del distacco, la mia vita è cambiata radicalmente, (anche quella di mia moglie). Nostra figlia, per motivi di lavoro, porta sua figlia a casa nostra quasi tutti i giorni, mi sembra di essere tornato indietro di 25 anni, ripeto alla nipotina le stesse cose che dicevo a mia figlia: non staccare la presa della televisione, non svuotare i cassetti della cucina, lascia stare questo e quello…
Mi sento rinato, felice, ringiovanito anche nello spirito.
Nella vita capitano momenti difficili, bui, ma l’amore dei nostri familiari, ci fa sempre superare la tempesta riportando in noi quiete e serenità, l’importante è non tenersi tutto dentro, aprire il nostro cuore alle persone che ci amano, ci fa solo bene.
Giordano
