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IL CAMPIONISSIMO FAUSTO COPPI, 65 ANNI FA A CALVISANO (BS)

La presentazione del prossimo Giro d’Italia il numero 107° del 2024, che vedrà sabato 18 maggio, una tappa svolgersi nei nostri territori, con la cronometro da Castiglione delle Stiviere a Desenzano, ha scaldato gli animi degli sportivi. E’ stato facile in quel di Calvisano e Mezzane parlando di ciclismo, per i più attempati, correre con la mente al “Circuito degli Assi” che negli anni dal 1955 al 1975 visse la sua massima notorietà a livello di ciclismo nazionale.

Una gara ciclistica che nelle prime domeniche d’ottobre, di frequente coincidente con la Sagra del paese, vedeva la cittadina riempirsi da migliaia di persone ad applaudire i migliori ciclisti italiani, ed a volte anche d’Europa. E’ sempre vivo il ricordo del “Campionissimo Fausto Coppi” in gara nelle vie centrali di Calvisano nel 1957 e nel 1958, con la maglia della Carpano Coppi e poi della Bianchi.

1957 – Fausto Coppi al Circuito degli Assi a Calvisano

Fu in quegli anni, ancora giovanissimo che ebbi l’opportunità di essere presente. Nel nostro piccolo paese, Mezzane di Calvisano, non si andava oltre il calcio. Don Giovanni Cabra, ancora chierico, più di una volta seduto sul manubrio della sua bicicletta, mi spingeva fino a Visano per le partite di calcio. Mi disse se tenevo ad altri sport… non mancai di dire il ciclismo e di dargli alcuni risultati delle ultime corse, italiane o straniere. Sfogliando i ricordi, scritti alla rinfusa in una specie di quaderno, scopro che dal 1956 al 1963 annotai tutte le gare di ciclismo. Mi chiedo adesso come ho fatto, visto che il quotidiano o la Gazzetta dello Sport era una cosa rara in casa mia ed i telefonini non esistevano…..forse erano le notizie sportive della Radio, essendo allora la TV poco diffusa.

Ma torniamo al ”Circuito degli Assi”.
Da qualche scampolo e succinte note di stampa, rilevo che Calvisano, quel giorno, diventava la capitale del ciclismo non solo bresciano. E’ facile intuirlo se si leggono i nomi di coloro che si cimentavano nelle vie di quel circuito di un Km..
Un gruppo di persone ben attente alla realtà sociale-economica-sportivo, crearono il Comitato “Calvina Sport” e diedero vita all’importante gara, coordinata dall’organizzatore Nino Recalcati.

1975 – premiato Francesco Moser

Alcuni nomi: Giuseppe Miglioli, sindaco dal 1956 al 1960, Paolo Maccarini, Arturo Barbati, Raffaele Massei, Marcello Battaglia, altri negli anni si sono aggiunti, compreso alcuni titolari di Aziende, che non mancarono il loro sostegno economico. Nei vari anni oltre al grande Fausto Coppi, si cimentarono tanti campioni, da Felice Gimondi, Ercole Baldini, Gianni Motta, Francesco Moser. Dal nostro Michele Dancelli, con gli altri bresciani Fausto Bertoglio, Davide Boifava, Giuseppe Ogna, Alessandro Fantini, Ernesto Bono, Aldo Kazianka. Ed ancora Giorgio Albani, Arnaldo Pambianco, Diego Ronchini, Graziano Battistini, Imerio Massignan, Pierino Baffi, Aldo Moser. Fra gli stranieri il plurivincitore detto “il cannibale” Eddy Merck, Jacques Anquetil, Miguel Poblet, Ole Ritter.

Bei ricordi, ma su tutti il ricordo più grande è quello di Fausto Coppi, il “Campionissimo”, chiamato con questo soprannome e quello di “Airone”, quasi sempre vincitore solitario. Sul circuito di Calvisano ebbe a correre nel 1957 e nel 1958, quando nell’entusiasmo e negli applausi di 15.000 persone vinceva. Quel “Circuito degli Assi”, fu una delle ultime vittorie di Fausto Coppi. Vittoria a Calvisano che si trova negli annali storici di vari libri e documenti, mescolato alla infinita quantità di vittorie del “Campionissimo”.

1966 – premiato Michele Dancelli

Fra i miei appunti, erano molte le gare: Omnium a coppie, a cronometro, ad eliminazione, e la individuale gara finale su 60/70 giri del circuito di un km. che assegnava la vittoria più importante. Nino Domenicali vinse nel 1957 prima gara da professionista, si riconfermò nel 1959 e anche nel 1960 quando era attesa la vittoria dell’astro nascente del ciclismo italiano Romeo Venturelli, che invece fu una delusione.

– Straordinaria fu la presenza il 16 ottobre 1971 del campione del mondo il belga Eddy Merck, fresco vincitore del secondo mondiale dopo quello del 1967, successo ottenuto a Mendrisio battendo in volata Felice Gimondi, con il quale avevano preso il largo, molti km prima dell’arrivo. Quella domenica era presente come ospite applauditissimo, il grande Gino Bartali, di cui seppure io giovanissimo ne fui grande tifoso, rivivendo i grandi ricordi delle sue imprese ciclistiche.

Bartali da il via a Eddy Merck e Gimondi al Circuito Assi Calvisano – 16 ottobre 1971

A Calvisano si ricorda ancora Fausto Coppi, quando andava a cambiarsi, per la gara, nell’ormai famoso ristorante “Il Gambero”… nel 1958. Quando il pubblico era appostato in ogni angolo di Via Lechi (dove era posta la linea del traguardo), Piazza Caduti, Largo Repubblica, Viale Stazione, Via IV Novembre e Via San Michele. Quell’anno non mancò di farsi accompagnare dalla “dama bianca”, che considerando la morale dell’epoca, creò scandalo e problemi giuridici allo stesso campione. Oggi sarebbe normalità e Giulia Occhini, sarebbe giustamente la sua seconda moglie.
Professionista dal 1939 al 1959, Coppi s’’impose sia nelle più importanti corse a tappe sia nelle maggiori classiche di un giorno. Vinse cinque volte il Giro d’Italia, record condiviso con Binda e Merckx, due volte il Giro di Francia , diventando anche il primo ciclista a conquistare le due competizioni nello stesso anno. Per le gare in linea, cinque vittorie al Giro di Lombardia e tre nella Milano-Sanremo, successi alla Parigi-Roubaix e alla Freccia Vallone nel 1950. Vinse il Campionato del mondo nel 1953 e primeggiò anche nel ciclismo su pista, vincendo il Campionato del mondo d’inseguimento nel 1947 e nel 1949. Fu primatista dell’ora (con 45,798 km) dal 1942 al 1956.

Angelo Fausto Coppi, meglio noto col solo nome di Fausto era nato a Castellania (AL) il 15 settembre 1919, paesino che dal 2019 è diventato Castellania Coppi, ed è morto ancora troppo giovane a Tortona dove abitava il 2 gennaio 1960. Leggendaria fu la sua rivalità con Gino Bartali, che divise l’Italia sportiva nell’immediato dopoguerra. Ma la stima e l’amicizia fra i due non venne mai meno. Nel 1960 “Il Campionissimo” doveva correre con la nuova squadra “San Pellegrino” diretta da Gino Bartali, maglia che la sfortuna ed il destino non gli consentì di indossare in gara.

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