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I BUONI PROPOSITI CHE QUASI MAI PERÒ RIUSCIAMO A MANTENERE

Normalmente, forse, il momento in cui fare dei buoni propositi per la maggioranza delle persone è fine anno, per me, invece, no. Solitamente faccio il bilancio di quello che è stato fatto sia nel bene sia nel male e di quello che vorrei cambiare o, solamente, migliorare almeno un pochino in primavera sia perché è il momento, per antonomasia, di rinascita sia perché, molto più banalmente, compio gli anni in quella stagione e quindi la vigilia di un compleanno mi sembra l’occasione ideale per capire come mi stanno andando le cose…
Però dopo alcuni anni spesi a fare progetti utopistici e irraggiungibili sono arrivata ad una conclusione di cui vi farò partecipe, certa comunque, di non aver “scoperto l’acqua calda”.


Per prima cosa gli impegni che prendo devono essere realistici. Per la serie che se non abbiamo mai camminato in vita nostra (e come, forse, ricorderete però non è il mio caso… beh, iniziamo dicendo che andremo a prendere il quotidiano, all’edicola dietro casa, a piedi e non affermando che faremo la campestre di 15 chilometri… Seconda cosa devo definire bene la meta da raggiungere e non lasciare qualcosa di indefinito e impreciso … sì, insomma, niente di “campato per aria”…
Terzo, devo dirlo a qualcuno altrimenti se non la sa nessuno, dopo poco lascio perdere.
Questo è certo.


Se voglio imparare, ad esempio, a cucire a maglia però non lo dico a nessuno è sicuro che dopo un po’ mi stanco e quindi metto da parte lana e ferri e il discorso finisce così e chi “s’è visto, s’è visto”. Se invece, al contrario, qualcuno è a conoscenza di questa mia idea poi mi sarà più difficile dire che ho lasciato perdere senza una valida spiegazione.
E il doversi giustificare, almeno per quanto mi riguarda, o meglio il non voler dare spiegazioni mi porta a tentare e ritentare fino a quando, magari, riuscirò a raggiungere il mio obiettivo.
Contestualmente a questo punto è importante, almeno per me, avere qualcuno che mi sproni ad andare avanti e che mi dica: “brava”, anche se così non è, ma lo fa solo ed esclusivamente per incoraggiarmi.
Avere un sostenitore è importante….
Ultimo punto, se e quando arrivo al traguardo è pure molto bello avere un premietto che mi ripaghi della fatica fatta altrimenti che gusto c’è?


Poi ho imparato che già il voler migliorare in qualcosa è un buon segno e che non devo scoraggiarmi per un intoppo, ma che devo prenderlo come un incidente di percorso e continuare con i miei propositi.
Inoltre non bisogna inventare scuse per rimandare. Devo incominciare oggi e non domani.
Mi devo, anche, dare un termine entro il quale raggiungere il “tal progetto” altrimenti se non ho una data in cui realizzarlo so già di partenza che non riuscirò mai nell’impresa.


Infine ho capito che quello che voglio raggiungere devo essere io a volerlo perché se sono gli altri a suggerirmelo… beh allora è, praticamente matematico che la determinazione si perda subito per strada. Tuttavia non bisogna dire “oramai è tardi per …”. Non è mai troppo tardi per fare niente. Come diceva la scrittrice britannica George Eliot (è uno pseudonimo maschile di Mary Anne Evans), una delle più importanti dell’epoca vittoriana, “non è mai troppo tardi per ciò che avresti voluto essere”.


Per quanto mi riguarda i miei punti di forza per centrare gli obiettivi sono la costanza e la determinazione perché quando mi metto in testa qualcosa nemmeno un carro armato riesce a farmi cambiare parere. Concludo affermando che cambiare abitudini, magari, proprio quelle che abbiamo da una vita è difficile, anzi quasi impossibile però bisogna provarci e, magari, qualcosa riusciremo anche ad ottenere. Ma se, invece, non ci riusciremo … pazienza perché ciò che conta è, almeno, l’averci provato!
Monica Palazzi

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