“È già trascorsco mezzo secolo da quando, a causa della sovrappopolazione, parte dell’umanità fu costretta a trasferirsi su gigantesche isole spaziali che ruotano come tanti satelliti intorno alla terra. Queste isole sono diventate ormai la seconda patria per queste popolazioni che vivono, lavorano, procreano, conducono insomma la stessa vita alla quale erano abituati sulla Madre Terra. Anno 0079 dell’era spaziale: il Side 3, l’isola più lontana dalla Terra, si è autonominata Principato di Jion. Ha dichiarato la propria indipendenza e tentato con la forza di sottomettere tutte le altre isole spaziali. Una guerra spaventosa è quindi scoppiata tra la Confederazione delle Isole Spaziali ed il Principato di Jion. I combattimenti, nel solo primo mese di guerra, hanno causato la morte di oltre dieci milioni di uomini e sono già otto mesi che la guerra si trascina senza né vinti né vincitori” Il prologo di Gundam ci introduce così in un’atmosfera alquanto differente dagli altri cartoni animati giapponesi prodotti fino ad allora. Non più coreografiche civiltà aliene all’attacco della terra, né robot con fantasiose armi pronti a respingere i loro attacchi. Non vi sono eroi senza macchia, ma solo uomini soli di fronte al dramma della guerra ed alla fine non sarà neppure così chiaro poter distinguere tra “buoni” e “cattivi”. All’inizio delle ostilità, le Side 1, 2, 4 e 5 vengono immediatamente distrutte, Side 6 si proclama neutrale mentre sulla Terra vaste zone vengono conquistate da Jion, forte della sua superiorità datagli dai Mobile Suits, giganteschi robot da combattimento con l’aspetto di guerrieri. Intanto su Side 7 la Confederazione Terrestre sta approntando la controffensiva, sviluppando un nuovo tipo di mobile suit, il Gundam. Ma proprio quando la nuova arma sta per essere portata via ed impiegata in battaglia, Side 7 subisce l’attacco di Jion. Nei violenti scontri perdono la vita quasi tutti i militari e numerosi civili. La Base Bianca, l’astronave da battaglia che doveva trasportare il Gundam, si trova così a dover ospitare gli ultimi civili in fuga: tra di loro un gruppo di adolescenti costretti, loro malgrado, ad affrontare la guerra nelle vesti di truppe non regolari. Da quel momento le loro vite non saranno più le stesse e tutti cresceranno maturati dalle drammatiche esperienze che man mano incontreranno. In Gundam il vero protagonista è la guerra. Ed è per descrivere queste situazioni che gli autori hanno approfondito molto l’analisi psicologica dei personaggi. Anche il disegno è curatissimo, in particolare il mecha design che ritrae i mobile suits come semplici macchine da combattimento. Persino le battaglie si volgono sulla base di complesse tattiche militari, con azioni a ritmo serrato. Il Gundam non è invincibile e alle volte si deve ritirare a causa dei danni subiti o perché le munizioni sono finite. Bellissime le evoluzioni tecnologiche delle armi con cui le parti si affrontano: raramente ho potuto osservare una cura così meticolosa dedicata alla “credibilità” dei mezzi impiegati in battaglia. Tra i momenti cruciali della serie ne voglio citare due in particolare. Nel primo, Peter Rei incontra un soldato di Jion, ferito nella battaglia in cui il Gundam distrugge una miniera di solium, e gli da da bere un po’ d’acqua per lenire il caldo del deserto.”Sai, non riesco proprio a credere che tu sia il pilota di quel maledetto mobile suit…” – “Non ci pensare; vedrai che i soccorsi arriveranno presto…”. In questo rapido scambio di battute possiamo vedere come la guerra abbia messo entrambi i contendenti sullo stesso piano. L’altro momento è quello cruciale in cui il Gundam affronta il Gelgoog di Scia affiancato dall’Ermes pilotato da Lara. I dialoghi telepatici tra Peter Rei e Lara squarciano il tempo e l’azione della battaglia come un fermo immagine. Tutto è statico e nel silenzio i due capiscono la stupidità della guerra ripromettendosi di essere gli artefici di un mondo nuovo, un mondo forse utopico ma dominato dagli esseri superiori (i “newtype” come lui, Lara ed anche Scia) in cui possa regnare la pace e la prosperità. Ma alla fine Lara non potrà sottrarsi al suo destino di difendere Scia e morirà colpita accidentalmente da Peter Rei. Il regista della serie, Yoshiuki Tomino, è lo stesso di Zambot 3 (altra serie qui recensita in un lavoro eccellente) e di Daitarn III ed infatti notiamo alcuni elementi in comune. Tra questi, unica nel suo genere la presenza di ragazzi alla guida dei mezzi armati, ragazzi che si trovano anche malvolentieri a recitare una parte che mal si adatta loro e che avrebbero preferito un’esistenza normale. Tuttavia in Gundam viene concesso poco spazio alle situazioni divertenti ed ai personaggi macchietta sempre presenti nelle serie nagaiane. In generale la serie è intrisa di tristezza e persino il finale lascia l’amaro in bocca. Il robot, protagonista di tante battaglie e di tante vittorie, viene distrutto dopo lo scontro con il potente Giong ed anche la Base Bianca viene abbandonata dal suo equipaggio. Scia, l’odiato nemico, uccide invece gli ultimi superstiti della famiglia Zabi e la guerra si conclude con un armistizio senza né vinti né vincitori. La serie, pianificata in 52 episodi, fu ridotta a 43 a causa dell’iniziale insuccesso; 39 sono invece le puntate trasmesse in Italia. Poiché, come altrove descritto in questo sito, non vennero pagati i diritti, la Sunrise vieto qualunque tipo di diffusione e così questa serie è visibile solo da copie illegali: fino a quando? In Giappone invece Gundam ebbe un ritorno di fiamma ed ora è una delle serie robotiche di maggior succecco. La prima serie fu poi riproposta in 3 film e successivamente sono state prodotte molte altre serie di cui forse la più famose è Gundam Wing.