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GRAZIE NADIA

IL 13 agosto ricorre il primo anniversario della scomparsa di Nadia Toffa, giornalista inviata delle iene. Da quando era entrata a far parte di questo gruppo, la trasmissione di Italia 1 ne aveva tratto un enorme giovamento. Grazie alla sua simpatia, al suo bel viso da eterna ragazzina, al suo sorriso meraviglioso ed unico, alla sua professionalità e determinazione, ma anche nel saper dosare puntigliosità e gentilezza, senza andare mai oltre il lecito della sopportazione da parte dei suoi intervistati; cosa che non sempre fanno i suoi colleghi delle iene. Quando in seguito ho saputo che era pure bresciana, mi sono sentito orgoglioso e fiero, avere in tv una concittadina di simile intelligenza, non può far altro che piacere. Nonostante non l’avessi mai incontrata, mi sembrava di conoscerla da sempre, come se fosse la mia vicina di casa, era talmente grande l’allegria del suo viso, la luce del suo sorriso, che passava oltre lo schermo; illuminava le famiglie degli italiani. Era stata coautrice di molti importantissimi servizi giornalistici tra i quali: lo smaltimento di rifiuti tossici in Campania (la cosiddetta terra dei fuochi), aveva anche portato alla luce l’altissima percentuale di tumori soprattutto a bambini, nelle zone circostanti la gigantesca acciaieria ILVA di Taranto. Per questi e molti altri importanti lavori, aveva ricevuto diversi premi ed onorificienze, la città di Taranto le aveva offerto le chiavi della città, e sempre questa bellissima cittadina, dopo la sua scomparsa, ha voluto intitolare il nuovissimo reparto di Oncoematologia Pediatrica a suo nome (Nadia Toffa).
Nel 2017 fu colpita da un tumore cerebrale, ma nonostante le pesanti cure a cui si sottoponeva, era sempre riuscita a ritornare in TV, non ha mai nascosto la sua malattia, anzi si era fatta portavoce di tutte le persone ammalate di tumore, ed anche se doveva portare una parrucca ed il suo aspetto ne aveva un po’ risentito, il suo sorriso era rimasto meraviglioso come prima.
Sono state non poche le persone che l’hanno criticata, accusandola di “sfruttare” la malattia per aumentare la sua notorietà, d’altronde in ogni ambito sia lavorativo che sociale, ci sono sempre delle merde, l’importante è ricordarsi di tirare la catena dopo aver ascoltato le loro idiozie. È stata anche autrice di diversi libri (uno pubblicato post morte), che io sicuramente leggerò, essendo tanta la stima e l’affetto che nutro nei suoi confronti.
Dopo alti e bassi, la malattia ha avuto il sopravvento togliendole la vita a soli quarant’anni, ma la sua simpatia, la luce immensa del suo sorriso, rimarrà sempre in tutti noi.
Ai funerali c’era una folta rappresentanza di cittadini Tarantini a testimonianza del grande affetto che questa città aveva nei suoi confronti. Il rito funebre è stato celebrato da don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano (Napoli), fu proprio Nadia a contattarlo prima della morte, chiedendogli che si occupasse lui dell’ultimo saluto, lo aveva conosciuto durante il servizio su i rifiuti tossici in Campania, e per questo prete nutriva una grandissima stima.
Voglio concludere questo mio breve ricordo citando una frase che amava spesso ripetere: non è importante per quanto tempo si vive, ma l’intensità con cui lo vivi. Per l’esempio che sei stata; Grazie di Cuore, Straordinaria Leonessa Bresciana.
Giordano

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