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GRAZIE ALLE CASALINGHE,
GRAZIE A MIA MOGLIE CASALINGA

In campagna elettorale qualcuno ha promesso pensioni di mille euro anche alle casalinghe.
Non è la prima volta che viene promesso, tranne poi in pratica concedere qualche spicciolo come assegno familiare al marito, se ha una pensione bassa. Una problematica che negli anni 70 avevamo, anche a Brescia, posto fra i possibili interventi in Italia, quando allora il debito pubblico era attorno al 30% dell’attuale. E forse, qualche decisione per aiutare la famiglia si poteva concretizzare, considerato che la casalinga, la donna di casa e madre, allora era il perno fondamentale dell’istituto familiare.
Oggi, visto l’evoluzione dei tempi la donna casalinga è andata in disuso. Da allora, ad oggi, tante parole, pochi fatti ed un debito dell’Italia, che fermava e ferma ogni velleità di aiuto alla famiglia e quindi alla casalinga. E’ nato si qualcosa, come l’assicurazione delle casalinghe contro gli infortuni, pagando pochi spiccioli per una assicurazione, che in cambio non dà niente. Chi fra di noi nel sociale, nel politico, nelle riunioni di borgata, o più semplicemente negli incontri parentali, non ha posto in risalto il ruolo della donna, ed in specifico della casalinga. Poi nel concreto l’abbiamo lasciata nel suo angolo in casa. Certo, regina e principessa della casa, purché restasse in casa. Tranne poi come uomini, lagnarsi o mugugnare quando a pranzo od a cena, il tutto non è pronto come immaginiamo noi. Dalle ultime indagini una donna dedita alla famiglia lavora 94 ore la settimana. Praticando specializzazione varie: cuoca, psicologa, autista, assistente sanitaria e sociale, con un stipendio (seppure virtuale) di oltre 6.000 euro al mese. Una realtà poco apprezzata, ma anche poco conosciuta, se non superficialmente.

Una breve riflessione, riguardando la nostra piccola famiglia, per raccontare le mie mancanze e poche approfondite conoscenze di quanto importante e prezioso sia il ruolo della casalinga, di quando impegno e lavoro richieda. Attività che con mia moglie avevamo scelto, quasi cinquant’anni fa, convinti che la famiglia potesse trovare nella donna casalinga, un ruolo determinante per la sua crescita. Intesa come scuola di umanità, di sentimento, di amore, vincendo fra moglie e marito, da trasmettere ai figli ed alla comunità in cui si vive. Da oltre due mesi, causa un incidente ad un piede, mia moglie è stata costretta ad essere immobile.
Per forza di cose, ho dovuto svolgere in lungo e largo il ruolo di casalingo. Certo, una minestrina e un panino imbottito con salumi, ero capace di imbastirlo, ma il resto? Preparare e cucire una bistecca, arrostire dei bastoncini di pesce, o una costata non è stato semplice. Così come accendere per la prima volta a quasi ottant’anni una lavatrice, non ultramoderna, ma pur sempre ricca di vari tasti. Vestiti delicati o di lana, oppure di cotone… quanti gradi, prelavaggio, breve, colori o meno, non è stato facile.

QUEL GIORNO DEL SÌ PER SEMPRE

Così come non semplice, lo stendere i panni, all’esterno se c’è il sole, sotto il portico se nuvoloso o con pioggia, ed in che modo, perché si asciughino. Tenendo conto del fatto che stendere con cura e accortezza il bucato può permettere di saltare, ridurre o agevolare un’altra fase noiosa e spesso odiata, come quella della stiratura. Ch’io non sono riuscito a fare per incapacità, ma anche per impossibilità pratica, se non passando la notte in piedi, cosa impossibile, se volevo essere pronto il giorno dopo. Per svegliare, dar da colazione, preparare nostro figlio disabile, oggi trentacinquenne. Un operare ch’era quasi abituale, ma il vestiario era tutto pronto. Diverso è dover cercare una maglietta, una canottiera, dei pantaloni, delle calze. La stessa cosa per la barba. Nostro figlio ha una barba dura da tagliare ogni giorno, lo aveva sempre fatto mia moglie con il rasoio. Obbligato a farlo, ogni giorno mi chiedo, come restare leggeri o pesanti per non irritare la sua pelle. Se a questo aggiungiamo la pulizia specifica ed abituale dei pavimenti, del rifare i letti, dello spolverare, cosa che facevo molto sporadicamente e non certo nei modi migliori. Ecco che i compiti e le competenze della casalinga, sono infinite. Impossibile sostituirla. Senza aggiungere che in più occasioni, la donna di casa, sa anche districarsi con il raffermare qualche bottone, rifare qualche cucitura. Cosa che io non ho saputo fare. In questo campo, mia moglie è molto di più, essendo lei un’artista con l’ago, la forbice e la macchina da cucire. Una vera sarta, magari maestra a dare consigli sul come sistemare gli acquisti di vestiti, gonne, pantaloni, che qualche difetto sempre hanno seppur nuovi. Tutto questo e certamente di più per dire grazie al lavoro delle casalinghe, ed in questo contesto a mia moglie.
Marino Marini

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